Legambiente: “I mezzi pubblici hanno perso il 43,7% dei passeggeri”
L'allarme dal rapporto Pendolaria. La discesa a partire dal 2011. Più auto private e inquinamento
Netto calo di pendolari in Campania. Secondo Legambiente, che oggi ha diffuso il rapporto Pendolaria, report annuale sul trasporto in Italia, il numero di passeggeri è calato del 43,7% in soli otto anni. In termini assoluti, se nel 2011 467mila cittadini campani usavano quotidianamente i mezzi pubblici, nel 2018 i pendolari sono stati solo 262mila, cioé 204mila in meno, nonostante il trend fosse in miglioramento negli ultimi anni. Questo significa che oltre 100mila automobili sono ritornate a circolare in Campania in soli otto anni, causando più ingorghi e un aumento di smog. È il dato peggiore tra tutte le regioni d'Italia.
In Emilia Romagna, la regione che fa registrare invece il migliore dato, il numero di viaggiatori giornalieri è passato dai 114mila del 2011 ai 215mila del 2018, +88,6%. "La sfida sta nel potenziare l'offerta nelle città dove è più forte la domanda pendolare - scrive Legambiente nel rapporto Pendolaria - e lungo tutte le direttrici nazionali, con un'attenzione particolare al Sud, dove è del tutto inadeguata". In Italia abbiamo oltre 37 milioni di auto private "e dobbiamo ridurne l'utilizzo e cambiare una realtà per cui in tutte le città italiane prevale ancora il numero di persone che utilizza l'automobile rispetto a chi usa treni regionali, autobus, biciclette ogni mattina (i pendolari complessivamente sono 14 milioni secondo una stima del Censis)". "È possibile un cambiamento - osserva l'associazione ambientalista - perché i dati Istat evidenziano dei numeri incredibili di pendolarismo nelle città (1,34 milioni ogni giorno a Roma, 650mila persone a Milano, 420mila a Torino, 380mila a Napoli).
E dunque vanno fissati obiettivi di aumento dell'offerta di trasporto pubblico nelle principali città per puntare a raddoppiare il numero di persone che viaggiano su treni regionali, metro, tram e autobus a Roma, Milano, Napoli, Torino e nelle altre città metropolitane (potenziando ed integrando le diverse forme di mobilità sostenibili)". Allo stesso modo deve "crescere il numero di persone che ogni giorno prende il treno nelle regioni, a partire da quelle che hanno visto ridurre i passeggeri come la Campania e il Piemonte. Perché quanto avvenuto all'estero deve diventare realtà anche da noi, come a Parigi dove i passeggeri della metro sono cresciuti annualmente tra il 2015 ed il 2018, passando da 1,52 a 1,84 miliardi di viaggi all'anno, con una crescita di oltre il 21% di passeggeri".
La situazione dei mezzi pubblici
I 350 treni in servizio sulla rete regionale della Campania hanno un'età media di 19,7 anni, con il 65,2 % dei treni che ha più di 15 anni di età. È fanalino di coda in Italia insieme a Puglia e Basilicata. Non diversa la situazione a Napoli, dove 81 treni metropolitani hanno una età media del materiale rotabile di 20,6 anni, mentre il 77,8% dei treni ha più di 15 anni. Lo rivela Pendolaria, il rapporto annuale di Legambiente sul trasporto ferroviario in Italia. "Al Sud - si legge nel rapporto - i treni sono più vecchi, con un'età media dei convogli nettamente più alta con 19,3 anni (rispetto ai 12,5 anni del Nord) e rimasta costante negli ultimi due anni perché, nonostante l'immissione in servizio di alcuni nuovi treni, continua a pesare l'invecchiamento della flotta storica. Si trovano poi casi come quelli di Basilicata, Puglia e Campania dove la media è ben più alta con punte di treni che sono davvero troppo anziani per circolare". L'età media resta alta in Campania soprattutto a causa dell'anzianità del parco rotabile dell'Eav.
"In Campania - osserva ancora Legambiente - nel corso del biennio 2011-2012 si è assistito ad una diminuzione dei servizi drammatica, in parte arginata negli ultimi due anni ma che richiede urgentemente un rinnovo del materiale rotabile ed un aumento delle frequenze delle corse".