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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Lello Arena all'attacco: "La fiction su Troisi banalizza troppo la nostra storia"

"La nostra è una vicenda avventurosa, straordinaria, complicata, nata anche per caso. Leggerla in maniera come una storia di ragazzini che da piccoli giocavano a pallone e che poi diventano artisti è sbagliato", afferma l'attore

Massimo Troisi ci ha lasciati il 4 giugno del 1994, a 41 anni e a 21 anni dalla sua scomparsa, si susseguono gli omaggi al grande attore e regista di San Giorgio Cremano.

Oltre a Sky Cinema Cult hd, che dall'11 giugno omaggerà l'artista riproponendo alcuni dei suoi film più celebri, Lello Arena, suo validissimo sodale nella Smorfia, ha rilasciato un'intervista al Fatto Quotidiano, dove lo celebra, lanciando anche delle accuse ai produttori della fiction dedicata a Massimo Troisi.

Ecco alcuni estratti:

Ci siamo conosciuti al teatro della parrocchia, avevamo 13 anni, ma lui aveva una fama leggendaria, perché era iper-attivo politicamente, era dentro a dei comitati. Quando andava alle assemblee studentesche chiedeva sempre la parola perché era uno con delle idee già formate. Con un però: il suo stile, la sua mimica facciale e anche un punto di vista strampalato rispetto all’epoca, provocavano ilarità. Quindi esprimeva concetti agguerriti con una platea che rideva sempre. Ne usciva addolorato e ci chiedeva: ‘Ma che vita mi aspietta se la gente ride quando dico cose serie?

In merito poi a come vive il costante ricordo di Massimo, Arena ha risposto:

Anche se non volessi pensarci, sarebbe impossibile: il novanta per cento delle persone che mi ferma, chiede di lui. Il legame con Massimo è una grande gioia anche oggi. Oh, lui era Massimo! Essere secondo? A lui ben venga, forse non è chiaro di chi stiamo parlando.

Infine, Lello Arena si scaglia contro la fiction su Massimo Troisi e sulla Smorfia, rea di banalizzare troppo la loro storia:

La nostra è una vicenda così avventurosa, straordinaria, complicata, nata anche per caso. Leggerla in maniera banale come una storia di ragazzini che da piccoli giocavano a pallone e che poi diventano artisti è sbagliato. Se racconti questo offendi la qualità del guizzo geniale che la vita può avere, a prescindere da noi. Se vuoi raccontarla devi narrare lo straordinario. I fan club sono scatenati, tutti giorni attaccano il produttore della fiction.

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