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Cronaca

Mario, operato di tumore, non può tornare a Napoli: "Negato il volo di rientro"

L'appello a NapoliToday della zia del piccolo: "Ha completato il primo ciclo di terapie, ma il suo stato di salute è ancora critico. Mettetevi una mano sulla coscienza e aiutateci a riportarlo a casa"

Il caso di Mario, il bimbo di quasi due anni operato di tumore al cervello al Santobono, è stato al centro delle cronache, nei mesi scorsi, a causa delle polemiche relative al suo trasporto a Milano, dove si sarebbe dovuto sottoporre ad una serie di cicli di radioterapia e chemioterapia all'istituto Besta.

In seguito all'appello a NapoliToday della zia del piccolo, Emma Errico, la vicenda si era sbloccata con la Regione Campania che ha provveduto a pagare il viaggio avvenuto con un aereo militare nel Capoluogo lombardo.

Ora dopo due mesi dall'arrivo di Mario a Milano stanno nascendo nuovi problemi per quanto concerne il ritorno a casa del piccolo, come denunciato a NapoliToday, sempre dalla zia Emma in un'intervista.

Mario ha completato il primo ciclo di cure e dovrebbe tornare a Napoli. Quando è previsto il rientro?
Non lo sappiamo, è una situazione assurda, la Regione ha negato di concedere il volo di ritorno al bambino, che cmq non sta bene.

Come mai, cosa è successo?
Sembrava tutto pronto, invece adesso stanno chiedendo un certificato che sembra non vogliono rilasciare a Milano. Mio fratello è in contatto con la direzione sanitaria per cercare di ottenerlo. Stanno trovando scuse, il bambino ha gli stessi problemi di quando è partito, con l'aggravante che ha fatto 33 radioterapie e non credo che stia bene come dicono loro.

Mario come sta rispondendo alle cure?
I medici non si sono espressi, bisogna aspettare. A giugno deve tornare a Milano per una risonanza. Ha sempre il collarino, ha un danno midollare e altri problemi e queste persone chiedono ancora certificati, assurdo. Siamo costantemente al telefono anche con una dottoressa della Regione ma la vicenda non si sblocca. E c'è da dire che a Milano ci hanno detto che questi certificati non servono.

Qual è l'appello che intendi fare?
Chiedo alla Regione di mettersi una mano sulla coscienza e di ragionare come se il figlio fosse il loro e di far tornare mio nipote a casa, trasportandolo in un mezzo che garantisca l'assoluta sicurezza di Mario. Per noi solo quello conta. Tra l'altro ci tengo a precisare che oltre al trasporto a Milano, finora non abbiamo chiesto nulla e Mario infatti ha alloggiato in una struttura messa a disposizione da una chiesa del posto.

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