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Cronaca Marano di napoli / Cupa dei Cani

Chiaiano, tutti contro l'ipotesi di un inceneritore a Taverna del Re

Comitati, cittadini, partiti ed istituzioni locali per discutere di questo nuovo spettro che aleggia sui territori a nord della città. Presente anche una delegazione dei comitati antidiscarica di Quarto

Torna a ripopolarsi quella baracca alla Rotonda “Titanic” che da anni è il simbolo delle lotte per l’ambiente: il Presidio Permanente contro la discarica di Chiaiano, Marano e Mugnano.
I cittadini attivisti non l’hanno mai abbandonato, nemmeno quando la battaglia per la chiusura di Cava del Poligono è stata vinta e l’invaso è stato chiuso (lo scorso dicembre sono ufficialmente terminati gli sversamenti dei rifiuti), consci che le battaglie sono tante e lunghe, come lungo è il percorso che porta alla bonifica di un territorio devastato.

Ieri sera a richiamare i tanti che da anni lottano a nord di Napoli è stato lo spettro dell’ipotesi di un nuovo inceneritore che potrebbe essere costruito a Taverna del Re, nel comune di Giugliano. Un inceneritore che dovrebbe essere utilizzato per bruciare le Ecoballe stoccate in questa zona a partire dal 2001.  Parliamo di tonnellate e tonnellate di rifiuti di natura quantomeno “incerta” e fondati sembrerebbero i dubbi che le balle contengano anche elementi tossici e pericolosi.

Tanti i cittadini accorsi a quest’assemblea pubblica indetta dagli attivisti del Presidio, presente anche una delegazione dei comitati antidiscarica di Quarto (che lottano duramente in questi giorni contro l’ipotesi di una discarica al Castagnaro e che hanno ricordato che domani a Quarto ci sarà un nuovo incontro alle 18).
Immancabili anche i comitati e le associazioni dei comuni limitrofi come “Napoli Nord” e “Cambiamo Mugnano”, il sindaco di Mugnano Giovanni Porcelli e i circoli di Marano e Mugnano di Sinistra Ecologia e Libertà. Presente anche una rappresentanza delle sedi locali del Partito Democratico. Unione compatta tra cittadini e istituzioni locali nella lotta in difesa dell’ambiente e della salute. Una rete per i beni comuni.

“Un territorio che ha subito già discariche e veleni per vent’anni, che vive il dramma di un aumento spaventoso delle patologie tumorali, non può essere messo nuovamente a rischio, non può subire oltre. Gli inceneritori creano gravi danni ed hanno un raggio d’azione di oltre 15 km, quindi questo impianto di Giugliano comprometterebbe tutta l’area a Nord di Napoli, compresa gran parte della città e non solo la provincia” è questa la posizione sulla quale concordano tutti quelli che si alternano al megafono.

Assemblea contro l'inceneritore - V. Graniero/NapoliToday


Parlano all’assemblea Egidio Giordano attivista di Commons e del Comitato Civico Cambiamo Mugnano, Antonio Musella di Insurgencia, il consigliere municipale Ivo Poggiani, i delegati dei comitati di Quarto, il segretario di SEL Marano Stefania Fanelli e Palma Kaiser del Presidio Permamente.
Si concorda sulla necessità di fare “rete”, di tenere viva quella “comunità” (come l’aveva chiamata lo scrittore Erri De Luca durante lo splendido primo maggio festeggiato poche settimane fa proprio in questo stesso posto) creatasi con la lotta alla discarica di Chiaiano e di tornare a difendere il proprio territorio.

Chiude la discussione il sindaco di Mugnano Giovanni Porcelli: “E’ il momento di pensare ad investire nella bonifica e nello sviluppo di questi territori” dice il primo cittadino di Mugnano “basta con le bugie sulla differenziata che costa troppo e sull’impossibilità di ridurre la produzione rifiuti a monte: a Mugnano lo facciamo da tempo e con pochi soldi, con ottimi risultati (differenziata porta a porta oltre il 60 per cento e l’inaugurazione di un’isola ecologica che raccoglie anche rifiuti speciali e ingombranti n.d.r.), basta anche con la bugia colossale che bruciare i rifiuti non è dannoso, gli inceneritori fanno male, bisogna orientarsi verso un ciclo virtuoso dei rifiuti”.

L’assemblea si scioglie con un appuntamento per il pomeriggio del prossimo 25 maggio per un corteo che terminerà sotto la sede della Regione Campania, in segno di protesta contro il piano dei rifiuti regionale che ancora una volta prevede discariche ed inceneritori sul tutto il territorio.
 

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