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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Portici

La vita di Luigi Vollaro, il boss che sfidò Raffaele Cutolo

Dall'alleanza con Carmine Alfieri alle numerose faide interne, la sua storia è quella della violenta camorra in ascesa degli anni '80

Luigi Vollaro detto "'o Califfo", il boss della camorra di Portici spentosi la scorsa notte nel carcere di Opera a Milano, è stato uno dei primi leader camorristici sottoposti al regime di carcere duro predisposto dall'articolo 41bis. La sua storia è quella della violenta camorra degli anni '80, in espansione e sanguinaria.

Califfo, il suo soprannome, deriva dal fatto che pare abbia avuto 27 figli, da dieci diverse relazioni. È nel 1992 che si interrompe – almeno apparentemente – la sua carriera criminale. Un arresto che lo porta a scontare ben due condanne all'ergastolo, entrambe per omicidio. Vollaro, classe '32 è stato anche uno dei primi capoclan ad allearsi con il boss Carmine Alfieri nel cartello della Nuova famiglia, un'unione volta a contrapporsi all'espansione della Nco di Raffaele Cutolo.

Le due sentenze di "fine pena mai" a lui comminate derivavano dall'uccisione di due suoi affiliati, Giuseppe Mutillo, e Carlo Lardone. Il clan Vollaro, oltre che nella guerra sanguinosa degli anni '80 contro Cutolo, è sempre stato impegnato in faide interne. Il bilancio di 20 anni di faida, dal '77, è stato di ben 20 persone uccise.

La cosca, dopo l'arresto del boss negli anni '90 e le condanne, è stata retta dai figli di Luigi Vollaro Pietro, Giuseppe e Raffaele, finiti poi in carcere nella maxi-ordinanza eseguita con un blitz nel 2009 nel quale fu impegnato anche l'esercito.

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