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Cronaca Soccavo

Coronavirus, la dura vita nei supermercati: "Torno a casa con il volto tumefatto"

"Indosso 10 ore al giorno la mascherina per proteggermi dal contagio e questo è il mio viso quando la tolgo". La testimonianza di un cassiere di un supermercato napoletano

Spesso non li guardiamo neppure in faccia, sospinti dalla fretta e dai mille pensieri che ci passano per la testa. In questi giorni più che mai, gli addetti dei market ci sembrano degli automi eterei da abbandonare nel più breve tempo possibile al proprio destino per tornare velocemente nei nostri focolari domestici anti-virus. E loro restano lì, per ore, con le mascherine appiccicate sul viso, a svolgere il proprio lavoro con una fierezza "militare", nascondendo ansie e paure.

I supermercati sono infatti tra i pochi esercizi commerciali sempre aperti da quando tutta l'Italia è diventata zona protetta per l'emergenza Coronavirus. Lo smart working incentivato per le aziende di quasi tutte le filiere non riguarda loro, cassieri e addettti dei supermarket della piccola e della grande distribuzione.

"Lavoro in un supermercato e tutti i giorni dovrei indossare la mascherina, 10 ore al giorno per proteggermi dal contagio COVID-19. Questa mattina una cliente mi ha chiesto: perchè non resti a casa, non hai paura? Cara signora, HO PAURA! Ho paura delle persone che non ascoltano i consigli del governo e nonostante il divieto escono lo stesso. Non ho paura di infettarmi con il COVID-19, la sera quando torno a casa e tolgo la mascherina la maggior parte delle volte mi ritrovo con il volto tumefatto e la solita domanda che mi gira per la testa, chissà se oggi...... Ho paura del fatto che grazie a qualcuno che non rispetta le regole questa storia è destinata a non finire mai. Altri clienti invece mi dicono: “ Se non fosse per voi, che riempite gli scaffali per noi, che siete sempre aperti, per noi sarebbe la fine” , beh questo non significa per niente essere degli eroi, NOI STIAMO FACENDO IL NOSTRO DOVERE come lo abbiamo sempre fatto, e continueremo a farlo", spiega a NapoliToday  il 33enne Peppe Norelli, cassiere in un supermercato della Gdo a Soccavo. Ha iniziato a lavorare due anni fa nel market, ma la sua passione è il mondo dello spettacolo. E' stato ribattezzato sosia di Insigne nella trasmissione Rai “Soliti Ignoti” e vanta apparizioni televisive in “Un Posto al Sole”, nel film di Marcello Sannino “Rosa pietra e stella” e nei “I bastardi di pizzofalcone 3”.

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Riconoscimento per i lavoratori del settore

“Tutti i giorni, incluse le domeniche, i dipendenti dei supermercati lavorano per consentire l’acquisito dei beni di consumo di prima necessità, rischiando, come altri lavoratori, di essere colpiti dal virus e non ottenendo alcuna forma di riconoscimento economico”. È quanto affermano il Segretario generale del CNAL Salvatore Ronghi e il Segretario generale della categoria del Terziario, Luigi Riccardi. “Mentre i datori di lavoro continuano a veder crescere gli incassi , le lavoratrici e lavoratori dei supermercati già da anni vivono una situazione di disagio per i bassi stipendi e per la precarietà contrattuale – sottolineano Ronghi e Riccardi - , per i quali “il loro sacrificio non può essere adeguatamente ricompensato con i cento euro per due mesi che vorrebbe elargire il Governo, ma con la certezza del lavoro e di una retribuzione adeguata non solo in questo periodo dell’emergenza, ma sempre”.

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