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Cronaca Torre annunziata

Il latitante Gionta arrestato, processato, rilasciato e poi di nuovo in manette: tutto in 24 ore

Il boss, incastrato da intercettazioni telefoniche, è stato sottoposto a processo con rito direttissimo. Rilasciato per un vizio di forma, è stato poi riarrestato grazie ad una sentenza della Cassazione

Ad incastrare il latitante  Aldo Gionta, figlio di Valentino e capo dell'omonimo clan operante a Torre Annunziata, è stato un telefono posto sotto controllo. E' quanto si apprende dopo l'arresto del 41enne che nei mesi scorsi si era reso irreperibile nonostante fosse sorvegliato speciale con obbligo di dimora a Torre Annunziata.

Proprio la linea telefonica sotto controllo ha permesso ai carabinieri del nucleo investigativo oplontino, guidato dal maggiore Alessandro Amadei, di monitorare gli spostamenti di Gionta, la cui utenza telefonica ''agganciava'' nel periodo di latitanza una cella di un ripetitore posto dopo Seiano, in penisola sorrentina.

Il boss è stato catturato mentre faceva rientro nel comune di Torre Annunziata nella tarda serata di venerdì. Ieri mattina si è svolto il rito direttissimo per la convalida dell'arresto: un rito durato tanto anche perché Gionta, che soffre di continui sbalzi di pressione, ha accusato un malore ed è stato portato in ospedale per accertamenti (l'elettrocardiogramma a cui è stato sottoposto ha dato esito negativo). Solo dopo le 15 si è conclusa la direttissima che ha stabilito la scarcerazione per un vizio di forma di Gionta legato all'ammissibilità di intercettazioni telefoniche riguardanti un altro procedimento.

Negli stessi istanti però è arrivato anche il pronunciamento della Cassazione che ha annullato il precedente provvedimento emesso nel luglio scorso dal Riesame che a sua volta cancellava la misura cautelare in carcere per Aldo Gionta nell'ambito dell'inchiesta Alta Marea. Gionta dunque è stato riarrestato e successivamente trasferito nel carcere napoletano di Secondigliano.
(ANSA)

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