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Cronaca

"La crisi non esiste" alle Iene, l'imprenditore: "Le mie frasi manipolate"

Francesco Amodeo dopo la trasmissione sulla Napoli-bene: "Servizio montato ad arte. Lavoro tutto il giorno, non sono un figlio di papà. Sono stato un cretino a farmi intervistare"

Certamente tra i servizi più discussi sul web quello di Enrico Lucci delle Iene andato in onda lunedì sera. "La Crisi Non Esiste" recitava il titolo con tanto di tre imprenditori della Napoli “bene” raccontare lussi e agi. Ma adesso, a replicare alle accuse e a manifestare il suo totale disappunto è Francesco Amodeo, 35 anni, titolare di un centro sanitario privato convenzionato con la Regione che a Gianluca Abate del Corriere del Mezzogiorno ha raccontato la sua verità.

"La crisi esiste, e io la sento eccome. Quell'affermazione l'ho pronunciata al termine di un lungo discorso politico nel quale sostenevo che la crisi era un anestetico indispensabile all'operazione del governo tecnico. Tutto ciò, però, non è mai andato in onda. Lavoro tutto il giorno - ha specificato Francesco - non sono un figlio di papà né un irresponsabile. Le mie frasi sono state manipolate, montate ad arte. E m'è bastato ascoltare la prima per non avere più il coraggio di guardare il video. Ne sono uscito massacrato e ora sono costretto a vergognarmi. Non ho avuto il coraggio di accompagnare mia figlia a scuola, cerco di evitare gli sguardi".

Cos'è allora che non ha funzionato durante le riprese? "Quando è arrivato Umberto, l'assistente, gli ho spiegato cosa ne penso della crisi, il prezzo che pagano le strutture sanitarie. Mi avevano proposto di vederci in un locale, gli ho risposto che era meglio incontrarci in ufficio perché era un argomento serio. Poi tutte quelle parti le hanno tagliate. Enrico Lucci mi ha detto che voleva fare un ritratto a trecentosessanta gradi, parlare della crisi ma anche di come si riescono comunque a divertire i giovani imprenditori. Diceva che dovevamo sdrammatizzare, solo che io ogni tanto lo frenavo, perché vedevo il sorriso ironico, carpivo la battuta, temevo che potesse finire a sfottò".

"Io non sono un tipo da Rolex, al polso ho un Michael Kors che costa cento euro, la mia azienda è in crisi come tutte le altre. Mi hanno chiamato dalla Regione, un servizio così rischia di farti perdere la convenzione, ho già chiamato l'avvocato per sporgere querela. Sono stato un cretino a farmi intervistare. Ma è giusto progettare a tavolino la distruzione dell'immagine di una persona?", si chiede ora Francesco.

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