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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

La verità di Schettino: intervista all'ex comandante della Costa Concordia

Sulle pagine del Golfo Francesco Schettino ripercorre la sua vicenda processuale, indicando quelli che sono, a suo giudizio, “gli altri responsabili” del disastro. E ritorna sulle polemiche più recenti che lo riguardano

“La gente mi accoglie senza pregiudizi, mi vuole bene e deve sapere come sono andate realmente le cose”. Francesco Schettino, ex comandante della Costa Concordia, parla di sé in un'intervista esclusiva concessa al quotidiano Il Golfo. Realizzata da Mauro Iovino e Francesco Emilio Borrelli, l'intervista presenta uno Schettino a tutto tondo, che ritorna – oltre che sul tragico episodio che lo ha reso personaggio pubblico – anche su alcune delle polemiche dell'ultimo periodo.

Come quella della sua “lezione” alla Sapienza di Roma. “Sono indignato in merito alla condotta del Magnifico Rettore dell’Università La Sapienza di Roma, Luigi Frati – spiega Schettino – Il Rettore si indigna per la mia presenza che per ora non ho ancora nessuna condanna mentre ha ospitato il dittatore sanguinario libico Gheddafi”.

Schettino parla anche del libro che ha in cantiere (“è quasi pronto – spiega – ho deciso di scrivere il libro verità, prima guardavo la vita dalle navi, guardavo fuori di me l’orizzonte, adesso guardo soprattutto me stesso da dentro”), oltre che della vicenda del suo endorsement al candidato Pd al Comune di Meta di Sorrento Giuseppe Tito. L'ex viceministro Bubbico, anch'egli impegnato a favore di Tito, dichiarò di non aver riconosciuto Schettino ad un'iniziativa pubblica per quelle amministrative. “Ho parlato a lungo con Bubbico – è la versione dell'ex comandante – e oramai mi riconoscono ovunque. Tito poi è un amico, e a quanto sembra l’essere stato abbinato al mio nome non l’ha danneggiato, visto che è stato eletto”.

Naturalmente, la parte più consistente dell'intervista curata da Iovino e Borrelli si concentra sulla vicenda processuale relativa al naufragio della Costa Concordia. “Non farò il capro espiatorio – è il pensiero di Schettino – Sono scomparse delle prove a mio favore. È stato un maledetto incidente, e per tanto tempo non ci ho dormito. Ma non possono addossare tutte le colpe a me”.

Gli inchini non si fanno più, le navi vengono costruite diversamente, secondo Schettino delle pratiche marinare sono cambiate da quell'incidente. “Perché nessuno parla dell’infermiera rumena che al processo ha testimoniato a mio favore? – ribatte ancora – Per non parlare di una telefonata fantasma che risulta dai tabulati ma non c'è registrazione. So bene di cosa ho parlato in quella chiamata”. “Voglio assumermi la mia quota di responsabilità, non pagare anche per colpe che non ho. Io so di aver fatto il mio dovere – va avanti Schettino – so di non essere un codardo”. “Smaschererò alcuni finti eroi che hanno speculato sulla mia persona – spiega ancora – facendo vergognare anche alcuni corpi dello Stato che non fecero il loro dovere”.

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