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Cronaca

"A noi ci vuole vedere sbranati. Allora tu lo devi stutare": le intercettazioni del clan Buonerba

Il clan si confronta sulla scalata al vertice, sugli omicidi (in particolare il caso di Salvatore D'Alpino) e sulla morte "accidentale" dell'innocente Luigi Galletta

"La strada della morte": è così che gli esponenti delle fazioni camorristiche in questo periodo in lotta chiamano via Oronzo Costa. Attraverso le intercettazioni gli inquirenti sono riusciti a ricostruire gran parte di quanto accaduto in zona: dieci episodi tra la fine di giugno e la fine di agosto: due morti, cinque feriti, minacce, una vittima innocente.

Gennaro Buonerba, dei "capelloni" ieri decimati da un blitz delle forze dell'ordine, dice: "Io fino a mo' ho subito. Sono due anni, 'o frat', che sono uscito e sono stato nascosto dietro alle finestre a vendere a pezzo... Ho subito senza andare sotto a nessuno. Giravo con i soldi di Miano, Secondigliano, di questo e di quest'altro. Facevo i cento euro, i duecento euro... Mò sono passati due anni, stiamo al settanta per cento della vincita". Vuole comandare grazie anche alle armi, ne ha, ha anche bombe.

Illuminante per gli investigatori il caso dell'omicidio di Salvatore D'Alpino. Il killer venne ripreso mentre sparava. "Il cazzo dei guai tuoi sono i tatuaggi", gli dice il boss dei Buonerba. Poi però gli fa un regalo: "Ho pigliato la bomba, ti ho fatto un regalo per quello che è successo. Così la butti tu... la butto io...è la stessa mano. Siamo una cosa".

I capelloni sono violenti, disposti a tutto. Una bomba in regalo per avere ucciso. Parlano della morte di Luigi Galletta – meccanico innocente freddato dal clan rivale solo per essere il cugino di un loro killer – così: "Lo sai il problema nostro dove sta? Quando il cane è stato mozzicato sente dolore...quello è stato mozzicato...ha avuto le botte, mo' in corpo sai che tiene? Tiene 'o fracido... A noi ci vuole vedere uccisi, sbranati. Allora tu lo devi stutare il più presto possibile...".

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