rotate-mobile
Cronaca

Svenata dalla crisi: infermiera muore per uno stipendio

Salassata per i debiti della Asl si "svena per protesta". La lotta per il diritto allo stipendio di Mariarca Terracciano si conclude con un tragico epilogo: la sua morte. Aveva dichiarato: "Lo stipendio è un diritto"

Morta per un diritto, il diritto al lavoro e alla sua paga, quel diritto inalienabile, inviolabile e sancito dalla nostra così tanto discussa costituzione e su cui si basa la nostra democrazia. Potrebbe essere letta così la vicenda di Mariarca Terracciano, l'infermiera dell'ospedale San Paolo di Fuorigrotta, uno dei tanti presidi della Asl Napoli 1, che da giorni protestava contro il mancato pagamento degli stipendi, bloccati per un pignoramento a causa dei debiti dell'Asl Napoli 1.

La sua singolare protesta, lo sciopero del sangue, così come è stata subito ribattezzata, aveva suscitato clamore e, grazie a un video, aveva fatto il giro della rete. Lei, 45 enne e madre di due figli, per difendere il diritto allo stipendio, aveva cominciato a togliersi 150 milligrammi di sangue al giorno. Si svenava, così come i normali conti da pagare svenavano chiunque, nel suo caso una lavoratrice, madre di famiglia, lasciata senza stipendio.
Non fu sola nella sua protesta, lenzuola appese e presidi dei dipendenti, in quei giorni, rivendicavano il diritto dei lavoratori della Asl Napoli 1 a essere pagati. Poi, improvviso, il malore lunedì mattina mentre si trovava al lavoro. Sono seguiti tre giorni di agonia e, infine, nulla da fare: Mariarca Terracciano si è spenta ieri mattina.

Nel video che gira per la rete, la donna, mentre si "svena" dichiara: "Fino a quando non sarà accreditato il mio stipendio mi salasserò ogni giorno. Lo stipendio è un diritto della persona, io ho lavorato e pretendo i miei soldi." Sdraiata su una barella, nel suo luogo di lavoro, si faceva prelevare il sangue per far capire che togliere la paga ai lavoratori vuol dire giocare sulla pelle e sulla vita delle persone, in questo caso anche degli ammalati. Ancora le sue parole: "Può sembrare un atto di pazzia, il mio, ma è un atto che dimostra che stanno giocando sulla pelle e sulla salute di tutti quanti. Vedere il sangue con gli occhi, il sangue che è vita, forse renderà visibile la difficoltà dei dipendenti e degli ammalati, anche se stiamo garantendo comunque l'assistenza".

La morte di Mariarca, ieri, è stata attribuita ad "arresto cardiocircolatorio": insomma, un malore improvviso. Nessun collegamento diretto con i prelievi di sangue, ma amici e colleghi sono certi che la rabbia e lo stress dei giorni precedenti abbiano inferto un duro colpo alla salute della donna.
E' stato disposto un riscontro autoptico-diagnostico per stabilire quali siano state le cause del decesso di Mariarca Terracciano, a renderlo noto è il direttore sanitario del presidio Maurizio Di Mauro. "Sono stato io a chiedere il riscontro - ha detto Di Mauro - ma non è in corso alcuna indagine da parte della magistratura". Alla domanda se una protesta del sangue, come quella messa in atto dalla donna, possa causare un decesso, Di Mauro ha risposto: "Assolutamente no".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Svenata dalla crisi: infermiera muore per uno stipendio

NapoliToday è in caricamento