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Cronaca Marano di napoli / Via Unione Sovietica

Padre e figlio uccisi in officina, si indaga su legami con la camorra del rione Sanità

La pista che gli inquirenti seguono con maggiore attenzione è quella camorristica: un altro figlio di Giuseppe Esposito, non coinvolto nell'agguato di ieri a Marano, pare sia legato a personaggi della malavita organizzata del rione

Un agguato di camorra. È questa la pista seguita dagli inquirenti a proposito del duplice omicidio, avvenuto ieri a Marano, di Giuseppe e Filippo (detto Fabio) Esposito. A padre e figlio sono stati sparati quattro colpi nella loro autofficina di via Unione Sovietica: il più giovane è morto sul colpo, il padre dopo il trasporto all'ospedale di Giugliano.

I killer sono arrivati in scooter, in due. Hanno sparato prima contro Giuseppe, poi al figlio Fabio. Illeso un altro figlio di Giuseppe, che era al piano di sopra.

La famiglia, originaria di Mugnano, lavorava a Marano da tantissimo tempo. Filippo Esposito aveva un piccolo precedente penale. La pista che gli inquirenti seguono con maggiore attenzione è quella camorristica: un altro figlio di Giuseppe Esposito – il 22enne Emanuele, non coinvolto nell'agguato – ha legami con la malavita organizzata nel rione Sanità, in questo periodo particolarmente scosso da fatti di sangue e camorra.

LEGAMI CON LA SANITA' - Emanuele era fidanzato, scrive il Mattino, con la figlia del ras della Sanità Pietro Esposito, ucciso a novembre davanti alla parrocchia del rione, deci mesi dopo suo figlio. Pare le vittime abbiano anche dei legami con Antonio Genidoni, figliastro di Pietro Esposito. L'agguato potrebbe essere quindi una risposta al duplice omicidio di Giuseppe Vastarella e del cognato Salvatore Vigna, cui già si immaginava fosse stata una risposta l'uccisione in via Janfolla a Miano di Aniello Esposito.

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