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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Afragola / Via Enrico Berlinguer

Afragola, l'Ikea protesta. No ad un altro campo rom

L'insediamento previsto in Via Berliguer, ma l'azienda svedese si oppone. I manager: "L'Ikea da sempre impegnata nel sociale, ma questa convivenza è difficile e blocca lo sviluppo dell'area commerciale"

Arriva alla ribalta della cronaca la sede Ikea di Afragola. Oggetto spinoso che porta la multinazionale svedese a far parlare di sé è la costruzione di un nuovo Campo Rom nell’area adiacente allo store. Molte le preoccupazioni dei manager dell’azienda - ci spiega Il Mattino - che già vivono con disagio la vicinanza con un altro campo abusivo, impiantatosi in zona. Le problematiche riscontrate, dicono i responsabili Ikea, sono state diverse: dai tentativi di furti d’auto da sventare all’interno dell’area di parcheggio all’abbandono abusivo e selvaggio di rifiuti d’ogni genere.

La Snace, ditta incaricata a realizzare campi nomadi in provincia di Napoli dal Provveditorato delle opere pubbliche, avrebbe dovuto prendere possesso dell’area in questione - via Berlinguer, destinata ad ospitare le locali comunità rom - lo scorso 15 settembre, ma come c’era d’aspettarsi polemiche e proteste sono scattate immediatamente. Inoltre uno dei proprietari dei terreni espropriati è ricorso al Tar, bloccando così l’intero iter d’insediamento.

Franco Turco, store manager di Ikea, ha spiegato in proposito: “Stiamo attendendo l’esito del ricorso e in base a quello decideremo il da farsi. Certo è che l’area è destinata ad ospitare altri grandi insediamenti commerciali ed è in continua crescita in questo senso”, lasciando intendere che la cosa bloccherebbe investimenti e sviluppo dell'area e sottolineando anche che una convivenza non facile con un gruppo di Rom c’è già da tempo. “E poi abbiamo assunto come impegno la tutela dell’area dove lavoriamo. Nel parcheggio abbandonano davvero di tutto, dalle batterie delle auto alle ruote dei camion. C’è stato persino chi ha lasciato un cassonetto pieno di rifiuti o materassi o, ancora, stufe mescolate a rifiuti non riciclabili. Smaltiamo in maniera differenziata questi rifiuti così come facciamo con i nostri. Il nostro impegno per l’ambiente è percepito dai clienti e dall’opinione pubblica in generale".

Insomma, l’azienda svedese, nota anche per il suo impegno socio-ambientale, non ci sta a passare per intransigente e “razzista” e difende la sua immagine tramite Tiziana Cerato, responsabile per l’ambiente e il sociale. “Ikea sostiene molte strutture d’accoglienza per i minori ogni anno riceviamo delle richieste e, in base a quanto stanziato in termini di materiali e tempo, cerchiamo di rispondere al maggior numero di casi. Non inviamo denaro ma arrediamo gli spazi dei centri d’accoglienza. È stato così per la “Casa di Tonia” a Napoli, il centro che accoglie ragazze madri ripudiate, abbandonate, lasciate sole con il loro bimbo. Al “Punto cuore” nel rione Salicelle ad Afragola sono stati inviati mobili per 35mila euro in tre anni di collaborazione. Adesso stiamo lavorando con l’associazione “Margherita - La Crisalide” nei pressi di piazza Nazionale. È un centro che si occupa dell’accoglienza e del reinserimento dei bimbi vittima di violenze”.

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