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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Furti di rame, storia di un business che viaggia dall'Italia alla Cina

I raid sono all'ordine del giorno. Il più ricercato è il rame rubato alle ferrovie. Tra le new entry ci sono i cavi del telefono

Viaggia dall’Italia alla Cina. Il furto del rame, mai cosi più vicino alla definizione di oro rosso, è il nuovo e appetito business per criminalità organizzata. Secondo la polfer di Napoli, come si legge in un articolo di Mario di Caterino su Il Mattino, quello più ambito e ricercato è il rame rubato alle ferrovie. Eclatante il furto dei cavi che mise in blocco la linea Uno della metropolitana nel tratto Dante–Università.

Ma i raid sono ancora all’ordine del giorno, sulla linea Tav e nel cantiere di Afragola dove è in costruzione la nuova stazione Porta di Napoli dei treni ultraveloci. Ad agire vere e proprie organizzazioni criminali, composte da malviventi rom, romeni, bulgari e iugoslavi e da qualche tempo, vista la crisi, anche da bande di italiani.

Il rame sparisce anche dai cimiteri. In quello di Napoli, lo scorso anno, non si sono trovati più di diecimila pezzi tra vasi, cornici, e arredi funebri in ottone (lega di rame e zinco). Ultima entry in questa desolante classifica, i cavi del telefono. Sono più piccoli di diametro, non sono sotto tensione elettrica, e quando la sezione del cavo e simile a quella di un tubo per lo scolo dell’acqua, i ladri lo tagliano a pezzi da un metro. In questo modo, anche un chilometro di cavo va giusto nel vano di carico di un furgone di media grandezza.

Ma come arriva in Cina? Il mercato clandestino delle fonderie acquista tra i tre e i cinque euro al chilo il rame «spellato». La metà se ancora chiuso nella plastica. È ultimo passaggio in Italia. Fuso e composto in lingotti, ridiventa «vergine», perché è quasi mai possibile individuarne l’origine, stoccato nei container e spedito in Cina a un prezzo che oscilla tra i sette e i dieci euro al chilo. Qui viene lavorato e trasformato in cavi per la corrente elettrica e per la linea telefonica, arredi funebri, oggetti in ottone, venduti in Europa. Italia compresa.

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