Addio a Salvatore, "Ciao eroe": in cinquemila ai funerali del 14enne
In tantissimi allo Stadio Comunale di Marano per l'ultimo saluto a Salvatore. Commozione e lacrime: gli amici del giovane e tutta la comunità si sono stretti attorno alla famiglia del 14enne. Il parroco: "Era un ragazzo, ma è morto da uomo"
Cinquemila per l'ultimo saluto a Salvatore: gradinate piene allo Stadio di Marano e in tanti hanno affollato anche il prato, stretti attorno al feretro del 14enne, morto in seguito alle ferite riportate dopo essere stato colpito da calcinacci caduti dalla Galleria Umberto I di Napoli.
Lacrime e commozione, rabbia e immenso dolore, ma anche tanta dignità, compostezza e coraggio: una comunità intera stretta in preghiera attorno alla famiglia del giovane. Presenti ai funerali anche il sindaco di Marano Angelo Liccardo, insieme ad altri rappresentanti dei comuni di Qualiano, Calvizzano, Melito e Napoli.
"Era un ragazzo, ma è morto da uomo": queste le parole di padre Costantino Rubini, parroco della Chiesa dello Spirito Santo Nuovo di Marano (uno degli officianti della messa), per descrivere Salvatore e il suo ultimo gesto eroico che ha messo in salvo gli amici che erano con lui quel maledetto sabato pomeriggio. Un gesto che descrive il suo modo di essere, altruista, un piccolo grande eroe. "Auspichiamo che questa morte possa servire a qualcosa, anzi a qualcuno. Affinché decida, in propria coscienza, di vivere in modo diverso, di vivere per il bene, il bene degli altri" ha detto ancora il parroco.
I compagni di classe e gli amici del 14enne sono arrivati allo stadio prestissimo, alle 13, quando è stata allestita la camera ardente. Non l'hanno lasciato solo fino all'ultimo e gli hanno detto addio indossando magliette bianche con le scritte "Sasy vive", "Sei il nostro eroe". Per Salvatore anche palloncini argentati e striscioni: "Sasy vivi in noi" e "Sei lassù ma sei sempre con noi. Qualche volta vienici in sogno, abbracciaci e sorridici".
Alla fine delle esequie, i ragazzi hanno lasciato volare tanti palloncini bianchi, l'ultimo abbraccio all'amico che non dimenticheranno mai, accompagnato da un lungo applauso.
