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Funerali De Crescenzo, le lacrime di Arbore: "Lucia', ti devo raggiungere presto"

"Luciano, mi hai fatto l'ennesimo regalo, mi hai regalato questo applauso del tuo popolo, il popolo napoletano. Lucià, t'aggia raggiungere". E' un Renzo Arbore in lacrime quello che, nella chiesa di Santa Chiara, a Napoli saluta per l'ultima volta il suo grande amico Luciano De Crescenzo. L'artista pugliese, che con il professor Bellavista ha condiviso film, sceneggiature e programmi tv, ha parlato per oltre dieci minuti, ricordando aneddoti e battute, a tratti sopraffatto dal pianto e dalla tristezza: "Ti ho rubato tane battute e le ho portate in tutto il Mondo. Mi hai fatto tanti regali. Io non posso sintetizzare la persona che sei stata, primo in tutto ciò che hai fatto". 

"La Napoli che tu hai raccontato non è la Napoli nostalgica, come qualcuno ha detto - ha proseguito Arbore - è la Napoli senza tempo, quelle che c'è ancora oggi, quella che ha seppellito te, che seppellirà me e tutti noi e che resisterà per sempre". Il fondatore dell'Orchestra italiana ha raccontato un episodio accaduto proprio a Santa Chiara, durante le riprese del film 'Il Papocchio': "Luciano ci disse che quel giorno non potevamo girare, che dovevamo venire qui ad assistere al miracolo di San Gennaro. Lui conosceva il principe imperiale compare di fazzoletto di San Gennaro e avemmo un posto privilegito. Con noi c'era anche Roberto Benigni, comunista convinto. Quando dopo diversi tentativi, il sangue non si era ancora sciolto lui disse a Roberto: 'Robbè, ti devi inginocchiare, altrimenti non c'è il miracolo'. Benigni si inginocchioò e il sangue si sciolse davvero". 

Il musicista ha, poi, ricordato, il grande amore di De Crescenzo per la sua città natale: "Bastava dirgli Napoli e gli occhi si illuminavano, anche in punto di morte. Avremmo voluto portarlo qui in condizioni diverse. Luciano era un uomo d'amore e per questo chiedo a tutto il suo popolo di scambiarsi un segno d'amore". 

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