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Cronaca

Rivoluzione civile con i Friarielli Ribelli, ma si combatte con i fiori

Sono i ragazzi della Guerilla Gardening di Napoli. Si battono contro il degrado urbano restituendo vita e dignità alle aree verdi abbandonate. L'obiettivo è combattere la rassegnazione e creare senso di appartenenza. L'intervista

"Mettete dei fiori nei vostri cannoni” cantavano i Giganti nel lontano 1964. Una canzone famosissima che in realtà si intitolava “Proposta”. Un inno al pacifismo, contro la violenza della guerra. A distanza di quasi quarant’anni un gruppo di ragazzi mette in pratica questa “proposta”, ma in una guerra particolarissima: quella contro il degrado urbano. Si fanno chiamare Friarielli Ribelli e combattono senza tregua a colpi di semi, piante e fiori la loro Guerrilla Gardening a Napoli, ripristinando aiuole e zone verde abbandonate, vittime dell’incuria e dell’inciviltà. Non si scoraggiano, questi ragazzi, e stufi di lamentarsi senza agire per le cose che non “funzionano” nella nostra città, organizzano i loro interventi tramite internet e i social network, raccolgono adesioni e partono all’attacco dell’area da salvare, da recuperare, a cui restituire una dignità che si rifletterà su tutta l’area urbana.

Un’idea, quella della Guerrilla Gardening, che ha avuto origine a Milano un paio di anni fa, da un gruppo di “guerriglieri del verde” con la voglia di restituire alla città le sue aree dimenticate, di restituire colore al grigio della metropoli. I nostri guerriglieri, i partenopei Friarielli Ribelli si battono contro il degrado di Napoli, proponendosi soprattutto “di vincere lo spirito di rassegnazione che si è pericolosamente diffuso in questi anni difficili, provando a fare risorgere all’interno della cittadinanza un senso di appartenenza e di amore per la propria terra, che si manifesti attraverso l’impegno diretto dei cittadini nella cura per la propria città”, convinti che restituire dignità alle aree urbane significhi restituire un po’ di dignità ad ogni singolo cittadino che si sente mortificato dalla crisi che imperversa. Le uniche armi ammesse negli attacchi sono zappe, vanghe, pale, rastrelli e braccia volenterose. L'obiettivo è quello di coinvolgere la popolazione dei quartieri interessati dalle iniziative sia durante che dopo l’attacco. Anche la scelta di utilizzare le piante come simbolo della guerilla non è certo casuale: le piante sono vive, hanno bisogno di cure e questo responsabilizza i cittadini del posto che si uniscono alla battaglia e che si assumono il compito di continuare il lavoro iniziato con il primo attacco. E i fiori cresceranno di pari passo con il senso di appartenenza e di orgoglio cittadino di chi vi avrà investito tempo e amore.

A ben vedere si tratta di una vera e propria battaglia sociale. Forse è nei momenti più difficili che viene fuori anche il meglio da questa nostra città, quella voglia di contrastare il degrado che sembra impossibile da debellare e invece ci pensa un gruppo di giovanissimi a ricordarci che il futuro abbiamo il potere di determinarlo noi, che niente va come deve andare perché possiamo decidere e agire. Ce lo ricordano i Friarielli Ribelli, ce lo ricordano i ragazzi di CleaNap, che armati di scope, piante e fiducia nella gente hanno iniziato la loro rivoluzione civile insieme a tutti quelli che non hanno perso la speranza. “Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione”, citando il filosofo Burke chiudono il loro manifesto i Friarielli Ribelli e da questo assunto partono per raccontarci la loro guerrilla verde.

Chi sono e cosa fanno i Friarielli Ribelli?
I Friarielli Ribelli sono un gruppo di cittadini che, stanchi di lamentarsi, hanno deciso di rimboccarsi le maniche e di combattere la loro battaglia per salvare le aree verdi della nostra città dal degrado e dall’incuria, intervenendo in prima persona per ripulirle e piantare alberi, piante e fiori.

Quando è nata l'idea e cosa vi ha spinto ad iniziare questo percorso?
L’idea è nata un po’ per caso, dalla voglia di fare qualcosa di utile e pratico per migliorare la nostra città. Abbiamo scoperto il Guerrilla Gardening e ne abbiamo parlato ad amici e familiari. L’idea ha subito entusiasmato tutti, cosi ci siamo messi alla ricerca di un’aiuola da attaccare. La prima aiuola è stata il 10 aprile a Cavalleggeri D'Aosta.

Qual è l'obiettivo che vi ponete?
Sensibilizzare i cittadini risvegliando un senso di appartenenza, di amore e di rispetto per la propria città.

Come si può diventare un "Friariello Ribelle"?
Basta amare la nostra città e cercare di fare qualcosa di utile per renderla migliore! Per unirsi ai nostri attacchi basta restare aggiornati sulla pagina facebook o sul nostro blog.

Ci raccontate qualcosa delle iniziative già messe in campo, delle aree verdi che avete ripristinato?
La prima è stata il 10 aprile a Cavalleggeri D’Aosta, poi a Piazza Bellini con Cleanap, poi abbiamo riattaccato Cavalleggeri e infine a Marigliano. L’entusiasmo delle persone del quartiere è sempre la soddisfazione più grande: la gente si ferma sorpresa, poi appena capisce di cosa si tratta ci stringe la mano, ci ringrazia, ci regala altre piante; i negozi ci portano viveri e bevande. Gli attacchi sono divertenti, si instaura un ambiente di gruppo bellissimo e tutti se ne vanno stanchi ma felici e tutti ringraziano tutti. A Marigliano abbiamo lavorato con un gruppo di bambini, è stato fantastico! Poi, nel caso di Cavalleggeri siamo diventati ''i ragazzi dal pollice verde'' e oramai ci conoscono tutti con questo nome. Il fruttivendolo e il benzinaio affianco alle due aiuole salvate a Cavalleggeri ci danno giornalmente l'acqua. Quando siamo nelle aiuole, soprattutto le persone anziane spesso si fermano ad aiutarci a strappare le erbacce ricresciute e a dare acqua alle piante.

Qual è la prossima iniziativa in programma? E in futuro più lontano, cosa vedono i Friarielli Ribelli?
Il prossimo attacco sarà a una piazza piena di immondizia, che non ha neanche un nome. La chiamano Piazzetta Maradona ed è tra via Veniero e viale Augusto nel quartiere di Fuorigrotta, nei pressi della fermata della metropolitana ''Augusto''. In un futuro più lontano speriamo di poter mettere in pratica un orto urbano.

In base a cosa scegliete i luoghi da "salvare"?
Scegliamo i posti da salvare in base alle persone che accettano di collaborare con noi, per cercare di mantenere il posto così come l'abbiamo lasciato. Cerchiamo quindi di assicurarci che il posto non sia poi abbandonato di nuovo a se stesso ma che gli abitanti se ne prendano cura in prima persona. I nostri attacchi non possono essere dei gesti estemporanei e dimostrativi, ma, per essere realmente efficaci, devono essere sostenuti dall’impegno costante della popolazione che vuole che l’aiuola rimanga bella e vivibile. Noi crediamo che questo piccolo gesto di cura quotidiana per uno spazio comune possa significare senso di appartenenza e di amore per il posto in cui si vive, che è ciò che proviamo ad innescare attraverso i nostri attacchi.

E la gente come risponde? Cosa vi dicono o cosa fanno i passanti e i residenti quando vi vedono all'opera in'area da recuperare?
Ci guardano stupiti, si fermano, si complimentano, ci regalano piante, ci portano da bere e da mangiare e spesso si uniscono per un po’.

Secondo voi, c'è davvero una nuova voglia di riscatto a Napoli? Andando in giro tra la gente con azioni pratiche e di forte impatto avete riscontrato un'aria di cambiamento in città?
Proprio nei momenti difficili è necessario l’impegno di tutti, nessuno escluso, per riuscire a restituire dignità a noi stessi e Napoli. E se, come sembra, l’emergenza è perenne, perenne dovrà essere il nostro impegno. Crediamo ci sia una grande ondata di entusiasmo in città: I cittadini napoletani così come si sono lasciati andare al più totale abbandono, stanno dimostrando, di essere capaci di una partecipazione emotiva senza pari, di un coinvolgimento e di un amore per la propria terra che, se diffuso e radicato, sarebbe un grande passo verso la risoluzione di tutti i nostri problemi.

Internet e i social network: gran parte della mobilitazione intorno a progetti come il vostro parte da lì. È, questa secondo voi, la nuova frontiera dell'organizzazione della cittadinanza dal basso o è solo una delle tante possibilità? E quanto conta la comunicazione e la divulgazione per le iniziative come la vostra?
Internet e i social network hanno ormai un ruolo fondamentale per tutte le mobilitazioni dei cittadini. È aperto a tutti, è gratis, pratico e veloce! Senza dubbio pero è indispensabile anche il passaparola di quartiere, senza il quale le piantine non sarebbero sopravvissute.

Foto: Eliana Esposito

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