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Quattordici anni senza Francesco, bimbo eroe caduto nel vuoto

Era il 25 ottobre del 2005 quando il 14enne di Ponticelli precipitò dallo scheletro di un palazzo in costruzione per salvare la vita a un coetaneo. Il fratello Alessandro Paolillo: "Vorremmo intitolargli una strada, ma il Comune non ci ascolta"

A ricordare la sua morte, solo due cartelli degli amici del quartiere. Nessuna fanfara ufficiale per Francesco Paolillo, il giovane morto il 25 ottobre del 2005, cadendo dallo scheletro di un palazzo in costruzione in viale Carlo Miranda, a Ponticelli. Nessuna celebrazione, come non ce ne sono state in quattordici anni. Eppure, Francesco, che oggi avrebbe 28 anni, è morto da eroe. 

Insieme a un coetaneo era entrato nell'eterno cantiere di fronte al complesso di residenza popolare, e si era inerpicato fino alla cima di un mostro di cemento mai portato a termine. Da queste parti, dove non esistono spazi per giocare è una cosa consueta. Quel pomeriggio, però, qualcosa andò storto e uno dei due ragazzi scivolò rischiando di finire giù. A salvarlo fu proprio Francesco ma quel gesto gli fu fatale e portò incontro alla morte. Quel cantiere è ancora nelle stesse identiche condizioni. 

Da quel giorno, la famiglia Paolillo chiede al Comune di Napoli che al 14enne venga intitolata una piccola strada senza uscita che incrocia viale Miranda perpendicolarmente. Prima l'amministrazione Iervolino, poi le due amministrazioni de Magistris non sono riuscite ad esaudire questo desiderio: "Della morte di Francesco nessuno si è mai interessato - denuncia il fratello Alessandro - Anche il 14esimo anno è trascorso senza che le Istituzioni facessero qualcosa per ricordarlo. Lo staff dell'assessore Alessandra Clemente mi aveva assicurato che avremmo potuto intitolargli quella stradina, ma non ho più avuto notizie". 

Dall'Assessorato alla Toponomastica fanno sapere che tutto sarebbe pronto, ma non si conoscono ancora i tempi perché il nome della strada possa essere modificato. Nel frattempo, anche il piccolo spazio giochi, realizzato dopo la scomparsa di Francesco, versa in stato di totale abbandono: "Era stato realizzato per offrire ai bambini un luogo diverso dal cantiere per giocare - spiega Alessandro Paolillo - e la mia famiglia lo ha sempre curato. Adesso, però, c'è l'erba alta. Abbiamo chiesto alla Municipalità un tagliaerba, ma non ci hanno nemmeno risposto. Questo luogo è abbandonato a se stesso da sempre. Continuano anche a sversare rifiuti speciali a pochi metri dalle case". 

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