Fatima, chiesto il rinvio a giudizio per la jihadista di Torre del Greco
La giovane è al momento latitante, partita come foreign fighter insieme al marito per arruolarsi, nel settembre 2014, tra le file dell'Isis
Per Maria Giulia "Fatima" Sergio, sua sorella, suo padre ed altre nove persone, i pm di Milano hanno chiesto il rinvio a giudizio. La jihadista di Torre del Greco è accusata insieme agli altri (a vario titolo) di associazione per delinquere con finalità di terrorismo, e favoreggiamento.
Fatima è latitante, a quanto pare in Siria con il marito jihadista, l'albanese Aldo "Said" Kobuzi. I magistrati titolari delle indagini lo scorso luglio avevano chiesto la custodia cautelare in carcere nei confronti di nove presunti jihadisti, tra cui appunto il padre di Maria Giulia, sua madre (poi morta lo scorso 6 ottobre) di Fatima e sua sorella Marianna.
Secondo la ricostruzione dei pm, la "foreign fighter" partenopea si è addestrata per mesi per combattere al fianco dell'Isis in Siria, "pronta al martirio" come il consorte, addestratosi in Iraq. La ragazza ha raggiunto il Califfato nel settembre 2014, incitando da lì via Skype i familiari a seguire il messaggio del Califfo.
"Noi qui – aveva detto ai familiari – stiamo ammazzando i miscredenti per poter allargare lo Stato Islamico". "Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande – scrisse inoltre Fatima in un sms quando ci fu la strage di Charlie Hebdo – Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli dalle loro mani".
Nell'inchiesta sono spuntati nomi di arruolatori Isis. Tra le persone per cui a Milano è stato chiesto il processo, anche Donika Coku, Baki Coku e Arta Kakabuni (madre e zii di Aldo Kobuzi), e la 30enne canadese Haik Bushra, anche lei latitante e accusata di aver svolto un ruolo decisivo nell'arruolare Fatima e sorella.
