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Covid-19, un medico del Maresca: "Non preparati per questa emergenza"

Antonio Braucci è un chirurgo e lavora al pronto soccorso: "Mancano posti letto, personale e attrezzature. Se arrivano più pazienti gravi dobbiamo scegliere su chi concentrare i nostri sforzi"

"Gli infettivologi e i rianimatori sanno come comportarsi. Ma noi, gli altri medici, non siamo abituati ai respiratori o a intubare i pazienti. Avrebbero dovuto formarci, invece ci hanno lanciato in prima linea". Antonio Braucci è un chirurgo e lavora ne pronto soccorso dell'Ospedale Maresca di Torre del Greco. 

Il Maresca non è un'unità Covid, ma qui arrivano i pazienti sospetti e restano in reparto finché non viene chiarito se sono contagiato o meno. "Di fatto, il pronto soccorso è diventano un reparto. I percorsi dei pazienti 'normali' e dei sospetti Covid sono separati. Non vale lo stesso per il personale sanitario. Abbiamo pochi dispositivi di protezione e chi entra nel reparto dei sospetti contagiati non può più uscire fino a fine turno per non sprecare mascherine". 

Come in molte altre strutture, anche nel nosocomio di Torre del Greco manca il personale: "Ieri ho lavorato con soli tre infermieri per triage, pronto soccorso e reparto Covid. Finché arrivano i codici verdi non ci sono problemi, ma se arrivano più codici rossi contemporaneamente dobbiamo scegliere su chi concentrare gli sforzi. Questa emergenza sta mettendo a nudo tutti i danni causati da dieci anni di tagli: non ci sono posti letto, mancano le attrezzature e il personale è sempre poco. Avrebbero dovuto formarci con un team di esperti e invece ci hanno solo mandato in frontiera". 

L'animo di chi inizia il turno è sempre cupo: "Sappiamo già che sarà una battaglia - prosegue Braucci - che non saremo in grado di fare tutto il necessario perché ci mancano le armi e le forze. Chi si trova nelle alte sfere questo dovrebbe capirlo. Ho chiesto a un dirigente, che ci teneva molto a rispettare le distanze di sicurezza, se con le mascherine inadeguate che ci danno, senza neanche la visiera, si avvicinerebbe a un paziente sospetto Covid. Io lo faccio ogni giorno, ma dal dirigente non ho avuto risposta". 

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