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Coronavirus, addetti alla sanificazione degli ospedali senza protezioni

La denuncia di un lavoratore: "Abbiamo paura ogni giorno. Non ci hanno fornito nemmeno i prodotti necessari per igienizzare i locali"

Non sono medici ma sono comunque in prima linea nell'emergenza Coronavirus. Si tratta dei lavoratori delle ditte di pulizia, impegnati nella costante opera di iginenizzazione dei locali che ospitano i pazienti negli ospedali di Napoli e provincia. Da settimane operano, però, senza poter contare sui basilari dispositivi di protezione individuale: mascherine, tute, occhiali e guanti. 

La denuncia arriva da un dipendente di una ditta che agisce nelle strutture dell'Asl Napoli 1: "Dopo molte richieste c'è stata una mascherina a testa realizzata con la carta. Dovrebero essere cambiate ogni 3 ore di lavoro e, invece, noi ne abbiamo una per un mese. E siamo oltre 900 lavoratori. Con le tute è andata ancora peggio, non ne abbiamo neanche una a testa. Abbiamo paura ogni giorno di lavorare, ma sappiamo che dobbiamo farlo perché il nostro è un lavoro necessario, ancora di più in questo periodo". 

E' quasi inutile sottolineare la pericolosità di questo scenario. Non solo perché gli operatori delle pulizie potrebbero contagiare i propri familiari, ma perché potrebbe accadere lo stesso anche con il personale sanitario, già ridotto all'osso, con cui sono a contatto. Si spera che la situazione dei disposizioni individuali di protezione possa cambiare con l'arrivo annunciato di decine di migliaia di mascherine per chi opera negli ospedali. Ma a questa si affianca un'altra carenza, quella dei prodotti: "L'alcol lo dobbiamo comprare noi privatamente - prosegue il lavoratore - non abbiamo i detergenti necessari per una corretta igenizzazione dei locali. Inoltre, siamo costretti a usare il cloro, le cui esalazioni sono tossiche per noi". 

A nulla, finora, sono vale le rivendicazioni sindacali: "E' vergognoso il modo in cui vengono trattati questi lavoratori - afferma Guglielmo Mastrogiovanni, segretario della Cgil Filmcams Campania - Anche all'Ospedale Cotugno, che è la struttura di riferimento per le malattie infettive, non ci sono i dispositivi di protezione. Eppure, quando sono chiamati a entrare nelle stanze con i contagiati devono entrare e lavorare. Immaginate cosa succederebbe se si fermassero. Si bloccherebbe tutto il sistema".  

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