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Coronavirus, primo coprifuoco a Napoli. Bar e ristoranti chiusi: "Una tragedia, speriamo serva"

Caffè e ristoranti del centro hanno chiuso alle 18, come previsto dal decreto. Molti altri negozi hanno deciso di non aprire, esponendo il cartello #iorestoacasa. Un commerciante: "Così è poco utile. Sarebbe stato meglio sospendere ogni cosa"

Alle 16,30 di un giorno feriale Napoli si presenta svuotata ma non deserta, come in quelle domeniche pomeriggio in cui gioca il Napoli. E' il primo giorno del decreto Conte che allarga la zona rossa a tutt'Italia e impone, di fatto, il coprifuoco per evitare il contagio da Coronavirus. 

Chi si aspetta la militarizzazione delle strade resta sorpreso. Da piazza Garibaldi a piazza Treste e Trento non c'è nemmeno un posto di blocco. Nessuno controlla il motivo per cui le persone, poche, sono in strada. Chi cammina appare appeso a un ilo tra il desiderio di normalità e la preoccupazione. Alle 17.50, di fronte al Teatro San Carlo, alcuni bar sono già chiusi, altri stanno per farlo: il decreto impone la loro chiusura, come quella dei ristoranti, entro le 18, per evitare assembramenti serali. "Come è andata oggi? Malissimo" afferma un barista. "E' vero è andata male - gli fa eco un altro, ma è necessario per salvaguardare la salute di tutti". 

Le misure non convincono tutti, ma la sorpresa è che i commercianti del centro le avrebbero volute ancora più severe: "Così non serve a nulla - spiega il titolare di un Caffè - noi siamo aperti dalle 6 alle 18: non possiamo essere contagiati lo stesso? Era meglio chiudere ogni cosa per 15-20 giorni". 

Alle 18.03 via Toledo è quasi una strada fantasma. Non solo i bar e ristoranti, chiudono anche gli altri negozi di vestiti e scarpe. Solo le farmacie restano aperte. "Perché dovrei restare aperto fino alle 20? - si chiede un negoziante di calzature - è inutile, in strada non c'è quasi nessuno". Ma sono molti i commercianti che hanno deciso di non aprire, esponendo il cartello "Io resto a casa". Chiudendo la serranda qualcuno sussurra: "Speriamo almeno che serva".  

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