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Cronaca

Tarro: "Ci sarà ancora qualche caso di Covid, ma non tornerà nessuna epidemia in autunno"

"Siamo ormai in estate e si è avverato tutto quello che avevo previsto: con l'aria aperta e il sole bastano sei minuti e il virus è distrutto". L'intervista di NapoliToday al noto virologo

L'emergenza Coronavirus in Campania è ormai alle spalle ed escludendo il focolaio di Mondragone i casi sono praticamente azzerati nella nostra regione. In uno dei momenti maggiormente critici dell'emergenza, uno dei virologi più lucidi nell'analizzare l'andamento del virus (parlando di una naturale e graduale scomparsa del Covid-19 in estate) è stato, senza ombra di dubbio, Giulio Tarro, primario emerito dell’Azienda Ospedaliera “D. Cotugno” e tra i più attivi nella lotta al colera a Napoli negli anni '70.

-Professor Tarro, è andata come aveva predetto. Il virus in Italia sta arretrando in maniera consistente e in Campania, se escludiamo il focolaio di Mondragone, è azzerato. Cosa succederà in autunno?
"Ricordiamo lo sviluppo della MERS, conosciuta anche come sindrome respiratoria meridionale: a macchia di leopardo. Potrebbe essere anche una delle soluzioni dell'epidemia. Qualche caso ci sarà ancora, ma non sarà l'epidemia che pensavamo nè quella che dovrebbe tornare in autunno. Ora abbiamo le armi adatte: quelle personali come gli anticorpi e quelle indirette come l'immunità cellulare. Poi c'è l'antimalarico e la sieroterapia che ci tolgono da qualsiasi problema serio per il futuro".

- E' giusto dire che la Campania è in questo momento uno dei luoghi più sicuri al mondo per quanto concerne il Covid? E per quale ragione secondo lei?
"La Campania ha vinto lo scudetto della buona salute. Il tempo è galantuomo. Siamo ormai in estate e si è avverato tutto quello che avevo previsto: con l'aria aperta e il sole bastano sei minuti e il virus è distrutto. Io vedo sempre il bicchiere mezzo pieno. Ora possiamo dire qualcosa in più: buona parte della popolazione ha anticorpi specifici per il virus, è un dato di fatto. Siamo a fine epidemia e abbiamo notizie anche di importanti risposte immunocellulari al betacoronavirus".

- A che punto siamo per il vaccino anti Covid e sarà indispensabile o il virus esaurirà la sua carica da solo?
"Guardi, il mio maestro, che addirittura mi considerava il suo “pupillo”, è stato Albert Sabin, l’inventore del vaccino antipolio. Figuriamoci, quindi, se sottovaluto l’importanza dei vaccini. Ma per alcuni virus – come credo sia per il Covid-19 - il vaccino potrebbe rivelarsi una chimera. Come è stato per il vaccino contro l’AIDS, presentato come “imminente” da quasi quarant’anni. E fanno cascare le braccia dichiarazioni come quelle del viceministro della salute secondo il quale “o continuiamo a stare fermi e chiusi in casa o ci vacciniamo tutti e ci riprendiamo le nostre vite”. O la sconcertante iniziativa del Governatore Zingaretti, visto che il vaccino per il Covid-19 non c’è, di obbligare tutti gli anziani del Lazio (pena la loro esclusione da eventi pubblici) e tutto il personale sanitario (pena il loro licenziamento) a vaccinarsi contro… l’influenza. Tra l’altro, va detto che questa del Covid-19 non è una condanna biblica ma una delle tantissime epidemie che sono servite a fortificare il nostro sistema immunitario; il quale, sia detto per inciso, va a pezzi se, come delle larve, stiamo rintanati a casa e, per di più a tremare di paura per le apocalittiche sciocchezze che ci raccontano in TV".

- Quando potremo sentirci Covid-free nel mondo?
"Dobbiamo anzitutto preoccuparci della capacità di contagiare del COVID-19. È inesatto parlare di carica virale di un virus. Bisogna dire, precisamente, carica virale di una popolazione dello stesso virus. Si tratta, per dirla in modo semplice, della quantità di Sars CoV2 – parlando nello specifico – presente. Più Sars CoV2 c’è, più alta è la carica virale e quindi il conseguente numero di infezioni più o meno gravi. Anche l’Istituto Negri, proprio in un recente studio, ha dimostrato che l’attuale carica virale del Sars CoV2 è esigua. Cosa vuol dire? che in circolazione non c’è una quantità di virus tale da poter determinare situazioni come quelle di Marzo e Aprile scorsi. E questo in virtù del periodo di vita programmato che ha, come natura vuole, il Sars CoV2 e anche perché la gran parte delle persone hanno ormai sviluppato gli anticorpi e svilupperanno l’immunità cellulare". 

Come avviene, tecnicamente, questo indebolimento del virus? 
"Avviene per via di due fattori: il primo è un progressivo processo di adattamento del Sars CoV2 a noi, come ho già dichiarato in più occasioni. In secondo luogo perché ormai gran parte della popolazione italiana, avendo contratto il virus, ha sviluppato sia le IgG che l’immunità cellulare. Tutto questo, non costituendo un ambiente favorevole, obbligherà il Sars CoV2 o a indebolirsi o a scomparire. Questo vale per tutti i paesi del mondo e considerando che noi siamo adesso in estate ed altri paesi invece si trovano in inverno".

-Nuovo virus dei maiali, è iniziata la diffusione del terrore, c'è chi parla già di vaccino ad hoc. Cosa ne pensa? C'è da aver paura o si sta esagerando?
"Oggi l’ansia di una intera popolazione si sta concentrando su come uccidere o tenersi alla larga da questo virus. Nessuno o quasi riflette che noi, in ogni momento, siamo immersi in un ambiente saturo di innumerevoli virus, germi, e altri agenti potenzialmente patogeni. E in questi giorni, quasi nessuno ci dice che se non ci ammaliamo è grazie al nostro sistema immunitario il quale può essere compromesso, - oltre che da una inadeguata alimentazione e da uno sbagliato stile di vita- dallo stress. Stress che può nascere anche dalla spasmodica attenzione di ogni notizia sui virus regalataci dai media. Bisogna mantenere la calma e usare le giuste precauzioni: lavarsi le mani, indossare la mascherina quando opportuno e adottare altre precauzioni simili. In sintesi, la cosa più importante è non stressarsi con nuovi o presunti virus".

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