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Cronaca

Coronavirus, Borrelli (Protezione Civile): "Due casi positivi accertati in Campania"

Il numero uno della Protezione Civile ha fatto il consueto punto di metà giornata con la stampa

Sono due i casi positivi accertati in Campania per Coronavirus. E' quanto emerso dal consueto punto stampa delle ore 12,00 sull'aggiornamento della situazione in Italia del capo della Protezione Civile e commissario all'emergenza Angelo Borrelli.

In totale in tutto il Paese sono al momento 528 le persone risultate positive (su dati Regioni) al test, 42 delle quali sono guarite, mentre 14 sono i i decessi. Sono, invece, 282 i contagi validati dall'Istituto Superiore della Sanità, poiché i casi comunicati dalle regioni vengono sottoposti a un ulteriore test di conferma da parte dell'ISS. 

La situazione a Napoli

"Non c'è nessun focolaio a Napoli e in Campania – ha chiarito il sindaco Luigi de Magistris, ricordando che il Comune ha istituito un tavolo sul Coronavirus che si è riunito due volte – Ma gli allarmismi non hanno ragione di esistere. Il tavolo mi ha chiesto di farmi portavoce di un messaggio di rassicurazione". Un paziente del centro storico di Napoli è risultato positivo a un tampone per Coronavirus "e ora è in buone condizioni e non è ricoverato. Siamo in attesa che l'Istituto superiore della Sanità indichi o meno l'ufficialità del caso. Allo stato - ha voluto precisare ulteriormente il primo cittadino - non c'è nessun caso 'autoctono' a Napoli e in Campania, sono tutte persone che sono andate nei focolai infettivi della Lombardia. Qui non c'è nessun focolaio".

L'esperto: "Non siamo di fronte a peste nel nuovo millennio, ma ad una 'superinfluenza'"

Docente di Malattie infettive e direttore dell'Unità operativa complessa di Malattie infettive dell'Azienda ospedaliera Universitaria della Federico II di Napoli, il Prof. Ivan Gentile ha parlato a NapoliToday per fare chiarezza sul Coronavirus: "Iniziamo dai dati: la casistica su 70mila casi osservati in Cina dice che tra 0 e 10 anni la mortalità provocata dal virus è pari a 0. E' quindi molto bassa tra gli adulti sani, fino ai 50 anni per salire, invece, al 15% circa nei pazienti anziani, con più di 80 anni. Vero è che nel mondo occidentale in genere e da noi in particolare le persone sono portate a non considerare malattie - quali invece sono - ma piuttosto condizioni di vita, patologie come ad esempio l'ipertensione arteriosa, che espongono ad un maggior rischio per quanto riguarda gli esiti del Covid-19.

Sempre per restare in tema di numeri, le statistiche dicono che nell'80 per cento dei casi il contagio da Covid-19 ha un'evoluzione benigna, con sintomi pressoché identici a quelli dell'influenza; per il 15% è invece richiesta l'ospedalizzazione mentre solo per il 5% circa si rende necessario il ricovero in rianimazione.

Dunque non siamo di fronte alla peste del nuovo millennio ma ad una semplice "superinfluenza", da non sopravvalutare ma anche da fronteggiare con la necessaria accortezza, proprio come bisogna fare con l'influenza".

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