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Cronaca

Odissea per un olimpionico napoletano: infarto scambiato per bronchite

Claudio Pollio, medaglia d'oro alle Olimpiadi di Mosca del 1980 nella lotta, aveva accusato dei dolori al petto, ma era stato dimesso al San Giovanni Bosco. Ora è in terapia intensiva al Cardarelli

Un'infarto scambiato per bronchite. Questa l'incredibile vicenda di cui è stato vittima Claudio Pollio, cinquantottenne napoletano, medaglia d'oro alle Olimpiadi di Mosca 1980 nella lotta.

A raccontare nei dettagli la storia ad Alessio Gemma di Repubblica Napoli è la figlia di Pollio, Valentina: "Papà ha avuto i primi dolori al petto mercoledì. Siamo andati al pronto soccorso del San Giovanni Bosco alle 7.55 di sabato. Gli hanno inserito una flebo e fatto un elettrocardiogramma. Una dottoressa disse a me e a mia madre che poteva trattarsi di ischemia. Gli hanno fatto un prelievo, ripetuto dopo 3-4 ore per controllare i valori. Intanto mio padre stava in piedi, non c’era un posto letto in pronto soccorso. Tra le 20.30 e le 21 fecero l’ultimo prelievo, ai medici lo ricordò mio padre, non si trovava neanche la cartella clinica. Verso le 00.30, l’esito delle analisi. Per una dottoressa c’era qualcosa che non andava, fece un consulto con il cardiologo, ma dopo un’ora ci dissero che era solo bronchite, che i dolori erano dovuti a quello".

Il giorno dopo, però, l'olimpionico partenopeo sta ancora male. "Si sentiva congelare il cervello e si batteva il petto", racconta la figlia, che lo porta di nuovo al San Giovanni Bosco, l’ospedale più vicino a casa loro, a Secondigliano: "Ho spiegato ad un’altra dottoressa i sintomi che aveva, perché lui non riusciva a parlare. La dottoressa ha analizzato il referto del giorno prima e ha detto 'Vedo solo una bronchite, i dolori saranno dovuti a questo. Si tranquillizzi perché lei è solo impressionabile. Non possiamo mica ripetere le analisi che abbiamo fatto già ieri”.

Pollio cambia colore al viso, la corsa al Cardarelli, dove si accascia a terra. Lo portano in rianimazione: codice rosso. Da lì subito in sala operatoria, operato in anestesia locale. Sono le 14.55, meno di un’ora dall’accesso al San Giovanni Bosco: "Dopo mezz’ora, l’hanno rioperato, perché ha avuto un secondo infarto, molto più violento del primo. Ora è in terapia intensiva, attaccato ad un macchinario. Sono allibita, disgustata. Non si può essere rifiutati al pronto soccorso di un ospedale", conclude Valentina Pollio.

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