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Cronaca Chiaiano

Chiaiano, storia vera di una discarica e della sua chiusura

La vittoria dei comitati antidiscarica e i festeggiamenti al Presidio, le indagini della magistratura, i nuovi progetti per la bonifica e la riqualificazione. In esclusiva il documento della chiusura

C’era una volta, in un paese lontano lontano, una discarica per lo smaltimento dei rifiuti. Niente da fare, che questa storia non può essere raccontata come una favola lo si capisce già dal primo rigo, allora è necessario ristabilire un po’ d’ordine e chiarire qualche verità, che a noi sembra scontata, ma che forse non lo è poi così tanto.

Riproviamo. C’era una volta, nella nostra città, a ridosso del più grande polo ospedaliero del Mezzogiorno e in un’area ad altissima densità di popolazione, una discarica aperta per far fronte all’eterna emergenza rifiuti. Così ci dicevano. Una cava presa con forza dalla selva di Chiaiano, un polmone verde, patrimonio inestimabile per tutti i cittadini di Napoli e provincia, perché necessaria. Così ci raccontavano.
Un invaso che, per la sua struttura e per il modo in cui era stata impermeabilizzata e messa in sicurezza, sarebbe stato un modello “da esportare nel mondo”. Parola di Guido Bertolaso. E per prendersela nessuno si è fatto scrupolo di passare sui corpi di chi ha tentato di proteggere la salubrità di un intero territorio e la salute dei residenti, ma anche di tutti i cittadini ignari (o indifferenti) del pericolo cui andavano incontro.

A distanza di oltre 3 anni (con grande ritardo), la magistratura dice che quei “sovversivi” (calunniati, malmenati e in alcuni casi persino denunciati) che avevano previsto lo scempio che sarebbe avvenuto sulla loro terra, avevano ragione. Registra illegalità nella costruzione dell’invaso, indaga su una messa in sicurezza che potrebbe mascherare un ampliamento e la cataloga come “bomba ecologica”. Pericolo immediato per l’aria ed in futuro probabilmente anche per la falda acquifera sottostante.

Nonostante questa importantissima svolta nell’intreccio della favola, a determinare il lieto fine (che poi non è che un lieto inizio, visto che la strada è ancora lunga) non sono affatto queste indagini in corso, ma una manciata di cittadini veramente arrabbiati, stremati e disposti a tutto pur di riprendersi la propria vita. Pur di ricominciare a respirare. E parliamo di “respirare” in senso letterale, perché i miasmi (velenosi, ovviamente) derivanti da questo assurdo disastro ambientale sono diventati insostenibili. Un altro dato di fatto che ci preme sottolineare è che, nonostante l'AIA riguardante la discarica indicasse come data per gli ultimi conferimenti quella del 31 dicembre 2011, in realtà era ormai evidente che l'intenzione fosse quella di tenere aperto l'invaso per ancora un anno e più. Adesso però queste indagini dovranno servire a stabilire di chi sono le responsabilità e chi deve pagare per questi anni di avvelenamento e per un futuro compromesso.

Festeggiamenti al presidio antidiscarica - V. Graniero/NapoliToday

Le battaglie degli ultimi mesi ve le abbiamo raccontate giorno per giorno, con la convinzione forte che fosse giusto e doveroso informare sulla verità dei fatti, mostrare le ragioni di cittadini attivi e coscienziosi e anche quelle delle amministrazioni locali che li hanno appoggiati e che hanno imparato da loro cosa significa cambiare rotta e dirigersi verso una vera politica che salvaguardi l’ambiente.

La cosa più importante che abbiamo imparato seguendo questi comitati civici in lotta contro la discarica di Chiaiano è che l’unica favola è quella di continuare a sostenere che discariche e inceneritori sono indispensabili, in un mondo in cui i paesi più all’avanguardia (quelli a cui dovremmo ispirarci) dismettono questo tipo di impianti per dar spazio a differenziata e nuove tecnologie: sicure ed eco-compatibili (come l’impianto per il Trattamento Meccanico Manuale ad Estrusione, che, a fine ciclo, restituisce un prodotto ultimo nuovamente riciclabile)

Venerdì sera si è brindato al Presidio Permanente Antidiscarica di Chiaiano, Marano e Mugnano. Ci si è abbracciati e si è pianto, anche. Una torta a forma di prato fiorito, sulla quale troneggiava la scritta “Vittoria. La gente come noi non molla mai” (slogan indiscusso di questi anni di lotta), a rappresentare la speranza per il futuro dell’area nord di Napoli. Per non dimenticare quel che è stato e per proseguire il cammino fino ad ottenere la tombatura dell’invaso, la bonifica e l’avvio dei lavori per l’Ente Parco, progetto a cui era originariamente destinata la selva di Chiaiano.
“E’ stato un percorso doloroso, difficile e lungo, ma anche straordinario dal punto di vista umano – commentano i comitati – che ci ha permesso di riunire gente diversa, ma con un obiettivo comune: il bene di questo territorio”.

“Si tratta di un patrimonio umano che ha applicato la vera democrazia dal basso, che sa cos’è la giustizia sociale e l’equità, che sa (perché l’ha imparato a proprio spese) cosa significa subire una repressione, anche dura, quando gente normale lotta per i propri diritti, cos’è la legalità e anche la disobbedienza civile, che qui non è mai stata in contrasto con la legalità, ma con leggi ingiuste e inique che ci hanno imposto disagi e compromesso il futuro (come la legge sul commissariamento, che in Campania ci ha imposto persone per 18 anni non elette o volute dal popolo). Se oggi siamo un punto di riferimento in Italia per le lotte in difesa della salute e l’ambiente - ci racconta Ivo Poggiani, consigliere dell’ottava municipalità, ma anche da sempre attivista convinto dei comitati antidiscarica -  è anche perché abbiamo saputo tutti insieme completare un puzzle, pezzettino per pezzettino, che ci ha consentito questa crescita enorme. Non siamo mai stati “localisti”, abbiamo avuto sempre la vocazione a girare e spaziare sui temi, siamo stati presenti in molte battaglie di civiltà, anche le più lontane geograficamente: ci siamo spinti fino a Copenhagen per i vertici sulla giustizia ambientale. Abbiamo smascherato un sistema di potere ed è tutto merito della gente che ha lottato e che non ha mai mollato in questi anni. Siamo convinti di poter produrre alternative reali per la politica ambientale, contro i poteri forti dei palazzinari, per lo sviluppo eco-sostenibile di tutto il territorio, partendo proprio dall’esempio della vittoria di Chiaiano, e sono queste le ragioni forti che da domani ci troveremo a discutere come comitati e come cittadinanza attiva”.

Ancora una volta li vediamo tutti raccolti in quella “baracca” che fa da presidio permanente, in cui ogni giorno c’era sempre qualcuno degli attivisti a dimostrare che non si era disposti ad abbassare la guardia, diventato ormai un punto di riferimento per le battaglie di civiltà di tutta la nazione. “Il modello Chiaiano”, questo sì, veramente esportabile.
Per una volta non si discute di quale ulteriore esposto fare, della prossima iniziativa da mettere in campo, non ci si divide le zone in cui “attacchinare” a tarda notte, non si raccolgono volontari per “le uscite in bicicletta” in cui cercare di coinvolgere gli altri cittadini alle iniziative in programma, non si studiano le soluzioni alternative da proporre alla politica in cambio dello scempio e nemmeno ci si lecca increduli le ferite di qualche assurdo e immotivato scontro.
Venerdì sera al Presidio si è solo festeggiata una vittoria meritata, una vittoria dovuta e conquistata. Da oggi c’è tutto il tempo di ricominciare a lottare affinché la bonifica venga fatta al meglio possibile (con la consapevolezza che non esiste una bonifica completa per questo tipo di situazioni), ma soprattutto con la certezza che la cittadinanza attiva è una risorsa per ogni città che vuole veramente applicare la democrazia.

Concludiamo riportando per intero e in anteprima il documento prodotto dal consiglio provinciale monotematico che la scorsa settimana ha decretato lo stop  definitivo dei conferimenti a Cava del Poligono e l’impegno ad avviare gli atti per la procedura di chiusura della discarica (che formalmente spetta al governo centrale):


IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI NAPOLI

Premesso:

- che con legge n. 123/08 è stata individuata la discarica di Chiaiano, entrata in funzione successivamente in data 17/02/09 con apposito OPCM;

- che tale invaso ha consentito in questi anni il conferimento di diverse centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti;

- che, secondo quanto previsto dal rapporto AIA, la capienza dell'invaso è pari a 700.000 tonnellate di rifiuti e che comunque la previsione di chiusura è al 31.12.2011;

- che con decisione della Sap.Na è stato sospeso il conferimento di rifiuti a Chiaiano per esperire una serie di accertamenti di carattere tecnico;

- che giungono notizie di inchieste che la Procura della Repubblica starebbe portando avanti predisponendo una serie di indagini anche tecniche;

- che c'è il convincimento che la tutela della salute pubblica sia prioritaria rispetto a qualunque logica economica

Impegna

- il Presidente della Provincia di Napoli a confermare la sospensione delle attività, anche all'esito degli accertamenti predisposti dalla Sap.Na ed all'avvio di tutte le operazioni propedeutiche alla messa in sicurezza dell'invaso ed alle attività di bonifica;

- a richiedere, altresì, l'attivazione di tutte le procedure idonee alla chiusura definitiva;

- ad invitare la Regione Campania alla realizzazione del progetto di riqualificazione dell'intera selva di Chiaiano, così come previsto dalla delibera di G. R. n. 148 del 25.02.2010 conseguente alla delibera Cipe n. 1 del 06.03.2004;

- a dare mandato al Presidente del Consiglio Provinciale a continuare le attività del tavolo tecnico, congiuntamente alla Commissione Ambiente, anche per valutare i risultati dell'indagine avviata dalla Sap.Na.
 

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