La "Cazzimma": anche l'Accademia della Crusca prova a spiegarla

E' sempre difficile spiegare il significato della parola "Cazzimma" a chi non è napoletano. Un termine molto usato all'ombra del Vesuvio, nella sua accezione più seria così come in tono ironico e scherzoso. Ma sapremmo davvero spiegare a chi non vive a queste latitudini cosa significa? Cattiveria? Malvagità? Opportunismo? Furbizia? Nessuno di questi termini, singolarmente, è un completo sinonimo del termine.

Ci ha provato, a dare una spiegazione più esaustiva, anche la nota "Accademia della Crusca", rispondendo, nel dicembre 2012, alla domanda di un lettore romano.

Ecco cosa si legge, dopo un brillante excursus sulla storia del termine, un percorso in cui si ricerca l'origine etimologica della parola ("resta però opaco il suo senso letterale"), e si arriva anche a citare una canzone di Pino Daniele ("Tengo a cazzimma a faccio tutto quello che mi va" da "A me me piace 'o blues") :

"In conclusione, cazzimma è un termine dialettale napoletano che, da un probabile precedente significato letterale di ambito fisiologico, a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso è passato ad indicare, per traslato, un atteggiamento opportunistico o prevaricante, sempre e comunque mirato a danneggiare, a coartare o a sopraffare gli altri. Il successo e la diffusione di questo dialettismo (e dei suoi derivati, come cazzimmeria e cazzimmuso) nell’italiano regionale della Campania (e forse di qualche regione vicina), anche in opere di carattere artistico e letterario, è stato senz’altro favorito dal fatto che in italiano non esiste un sinonimo esatto e univoco di cazzimma. Ma se la parola resta senza dubbio un regionalismo, il significato che trasmette è, come fa notare ancora Pino Daniele, fin troppo comune "in una società come la nostra, dove certe volte il diritto diventa un optional e anche se non sai fare niente, puoi andare avanti con la cazzimma".