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Cronaca

Caterino alla dia: “Sono cieco non posso andare in carcere”

Notificata a Nicola Caterino "o cecate" la custodia cautelare in carcere dalla Dia. Il boss, già ai domiciliari proprio per la sua infermità, è accusato di triplice omicidio. Pasquale Vargas e Antonio Iovine, anche loro nei provvedimenti, sono latitanti

Nicola Caterino, soprannominato "'o cecate'', quando glia genti della Dia di Napoli che gli stavano notificando a Cesa (Caserta), dove si trovava agli arresti domiciliari, una delle 14 ordinanze di custodia cautelare in carcere con l' accusa di omicidio, emesse dal Tribunale di Napoli su richiesta della Dda ha risposto così: "Non potete arrestarmi, sono cieco e le mie condizioni di salute sono incompatibili con il regime carcerario".

Nicola Caterino fu ferito in un agguato alla mandibola da un colpo di pistola che fuoriuscì da un occhio. Il boss era accusato di triplice omicidio e di associazione per delinquere di tipo camorristico, ma riuscì a ottenere gli arresti domiciliari grazie a delle perizie mediche che attestavano che le sue condizioni fisiche non erano compatibili con il regime carcerario.

  Non potete arrestarmi, sono cieco e le mie condizioni sono incompatibili con il carcere
 
I provvedimenti sono stati emessi nell'ambito dell'operazione "Spartacus End", cominciata ieri alle prime ore del mattino e terminata con gli arresti di esponenti di vertice del clan dei casalesi. Due dei destinatari dei provvedimenti restrittivi, Pasquale Vargas e Antonio Iovine, sono latitanti.

Iovine, insieme a Michele Zagaria, ricercato come lui da oltre 12 anni, è inserito tra i 30 ricercati più pericolosi d'Italia.

Il provvedimento restrittivo di oggi, notificato a Caterino, fa riferimento all'omicidio di Pasquale Piccolo, ucciso tra Formia e Gaeta il 21 luglio 1988 perché frequentava Salvatore Bardellino, fratello di Antonio, capo indiscusso del clan dei casalesi prima di essere eliminato in Brasile, dove si era rifugiato.

Francesco Schiavone, detto " Sandokan", Vincenzo De Falco, detto "il fuggiasco" e Francesco Bidognetti, detto "Cicciotto 'e mezanotte'', che subentrarono ai vertici dell'organizzazione dopo l' uccisione di Bardellino, ordinarono, pena la morte, a tutti i suoi affiliati di transitare nel nuovo clan o di abbandonare Casal di Principe e di non avere contatti con i familiari dello stesso Bardellino.

Non è solo questa l'accusa rivolta al “o cecate”. Nicola Caterino è anche ritenuto responsabile, con Giancarlo Di Sarno, altro arrestato nell'operazione di questa mattina, del triplice omicidio di Villaricca del 5 novembre del 1990.

Qui i casalesi, per favorire il clan Verde, loro alleato, parteciparono al triplice omicidio di Domenico Tambaro, Vincenzo Ranucci e Vincenzo Mauriello. Destinatri dei provvedimenti eseguiti questa mattina sono anche altri esponenti di vertice dei casalesi: Mario Schiavone, Alfredo Zara, Enrico Martinelli, Giuseppe Diana, Cipriano D' Alessandro, Augusto, Cesare e Luigi Bianco. Nei loro confronti sono stati adottatiin passato provvedimenti di sequestro e di confisca di beni mobili ed immobili.


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