Carla Caiazzo, bruciata viva dallʼex compagno: "Volevo abbandonarmi ai dolori"
Sull'ex compagno Paolo Pietropaolo: "Voleva ammazzarci. Lui sapeva bene che eravamo in due, una bambina di otto mesi che poi è nata"
L'undicesima operazione chirurgica a cui si è sottoposta per ricostruire il suo corpo sfigurato dalle ustioni è durata sette ore. Carla Caiazzo, la donna incinta bruciata viva dall'ex compagno a Pozzuoli, racconta il suo calvario ai microfoni di Quarto Grado.
"Volevo mollare, abbandonarmi a questi dolori. Per me è stato un inferno solo per i dolori. Lui voleva ammazzarci. Sapeva bene che eravamo in due, una bambina di otto mesi che poi è nata", riferendosi all'ex compagno Paolo Pietropaolo.
L'uomo, in preda alla gelosia, ha picchiato selvaggiamente la donna, per poi cospargerla di una miscela di alcol e benzina e darle fuoco. Una vicenda che ha indignato profondamente l'opinione pubblica, che ora si sta mobilitando per pagarle le costose spese mediche. Durante tutta l'aggressione, la donna si è protetta la pancia con il braccio destro, non riuscendo a ripararsi il viso. Carla si trovava a fine gravidanza, e in questo modo è riuscita a salvare la bambina in grembo. Al risveglio dal coma, è stata proprio sua figlia a darle la forza di reagire: Giulia è stata fatta nascere dai medici subito dopo il terribile fatto che ha coinvolto la madre.