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Cronaca

Campi Flegrei: il vulcano più grande d'Europa rischia di svegliarsi

L'attenzione resta alta ad uno stato di livello giallo, visto l'aumento della concentrazione dei gas

Nelle ultime settimane l'area dei Campi Flegrei è tornata alla massima attenzione dei media. Tutto è partito dalla pubblicazione dei risultati del Deep Drilling Project nei Campi Flegrei, le trivellazioni – negli anni scorsi al centro delle polemiche – effettuate a Bagnoli per studiare uno dei vulcani allo stato delle cose meno conosciuti.

Le analisi (pubblicate sulla rivista ‘Geochemistry, Geophysics, Geosystems’ dell’American Geophysical Union) hanno permesso di ricostruire l’evoluzione dell’attività eruttiva nel settore orientale dei Campi Flegrei fino a 47mila anni fa. Lo studio descrive la stratigrafia completa del pozzo scavato, profondo 501 metri, alla base della collina di Posillipo e nel territorio del quartiere Bagnoli. “Le informazioni più importanti – spiega Giuseppe De Natale, dirigente di ricerca Ov-Ingv e coordinatore del progetto – sono state ricavate dal rinvenimento nel pozzo dei prodotti delle due eruzioni principali che si pensa abbiano formato la caldera, l’Ignimbrite Campana, di 39mila anni fa, e il Tufo Giallo Napoletano, di 15mila anni fa”.

A novembre sono stati registrati tre terremoti nell'area, ma di bassa magnitudo e i parametri sembrano comunque rientrare negli standard, ma l'attenzione resta alta ad uno stato di livello giallo, visto l'aumento della concentrazione dei gas.

LO STUDIO DI NATURE SUL VULCANO DEI CAMPI FLEGREI

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