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Cronaca

Terrorismo, in Campania è caccia alle moschee illegali

Secondo l'intelligence sono dei possibili centri di reclutamento jihadisti. Disagi per alcune associazioni islamiche del territorio

La sfida al terrorismo passa anche dalla Campania. La regione non è tra i più probabili obiettivi dell'Isis, ma - secondo i rapporti dell’intelligence - l’alta percentuale di immigrati crea condizioni favorevoli all'arruolamento tra le file dei fondamentalisti.

L'operazione della Digos dell’altro ieri, che a Sorrento ha messo in manette un iracheno "attenzionato" dalle autorità di Belgio e Francia, è un esempio della situazione. Secondo i servizi segreti a Napoli sono stati registrati alcuni jihadisti "di passaggio", con contatti - pare - all’interno di moschee del territorio regionale.

I  luoghi di preghiera e le associazioni islamiche sono finite in pratica tutte sotto la lente d'ingrandimento delle autorità. Con disagi per chi pratica la religione islamica. Come nel caso della Daawa di Licola Mare, dove i pochi italiani rimasti in paese si sono ribellati alla preghiera del venerdì mattina, costringendo di fatto l'imam a dividerla in più turni così da evitare assembramenti "invadenti".

 I nostri 007 nei loro dossier ritengono che i luoghi di aggregazione islamici nel paese sono particolarmente utili sia per finalità sociali che per le attività di controllo. Il problema sono, a volte però, le moschee clandestine, senza alcun riconoscimento. Si presume a Napoli, in particolar modo nel centro storico, ce ne siano una trentina.

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