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Cronaca

Cardarelli, emergenza caldo: afflusso record nel pronto soccorso

Negli ultimi due giorni gli accessi al Cardarelli sono aumentati del 20 per cento

L'emergenza dovuta al caldo afoso di questi ultimi giorni sta portando ad un incremento degli afflussi nei pronto soccorsi degli ospedali napoletani.

Negli ultimi due giorni gli accessi al Cardarelli sono aumentati del 20 per cento. Ad arrivare al pronto soccorso sono in particolare anziani e cardiopatici o persone affette da patologie croniche.

Nota del Cardarelli

"Ancora una volta il Cardarelli è al centro del dibattito, sulle cronache cittadine per il super afflusso di pazienti. La storia di sempre (le centinaia di barelle al Cardarelli) è divenuta tuttavia – e già da qualche anno - una storia nuova, fatta di numeri diversi, di governo delle difficoltà e di gestione dell’emergenza. La presunta crisi di questi giorni si chiama in realtà “ondata di caldo” ed è emergenza, il più delle volte, per la solitudine e l’abbandono sociale. La straordinaria normalità del Cardarelli diventa in questi giorni ancor più straordinaria. Il Cardarelli si riempie? Certo, e meno male che c’è un Cardarelli che, oggi, è in grado di riempirsi, di governare l’emergenza, e tornare – poi, con l’impegno dei cardarelliani - all’ordinarietà. Un Ospedale con reparti vuoti è indice di sfiducia, dal quali i pazienti scappano via, offrire assistenza di qualità significa avere una risposta per ciascun caso e – conseguenzialmente – anche barelle nelle aree di PS/OBI. Ed è ciò che succede qui al Cardarelli. Il resto è speculazione, e a noi non interessa. Se qualcuno si prendesse la briga di verificare, lo stesso affollamento con barelle lo troverebbe anche negli altri ospedali italiani, nei più importanti e nelle regioni più ricche; se qualcuno riuscisse a distinguere le barelle del PS/OBI da quelle dei reparti allora potremmo iniziare a ragionare sui veri numeri che caratterizzano il c.d. fenomeno barelle. Questa Direzione strategica, fin dal suo insediamento, ha messo in campo una “macchina da guerra” per far fronte all’iperafflusso di pazienti: ha istituito il Bed Manager che organizza e gestisce il flusso di pazienti, introdotto l’Unità di crisi che governa l’emergenza di superafflusso di pazienti, disposto misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza, introdotto sistemi informatici per gestire real time i dati fattuali; e questi sono solo dei piccoli esempi dell’enorme lavoro che viene fatto ogni giorno. Sotto il profilo organizzativo ha introdotto il concetto “chi deve fare e cosa deve fare” che, per quanto assurdo, non sempre era ben chiaro a tutti. Con tali “protocolli” abbiamo introdotto un modello organizzativo basato sull’appropriatezza degli interventi sanitari cioè “interventi preventivi, diagnostici, terapeutici, riabilitativi o palliativi correlati al bisogno del paziente, erogati nei tempi giusti e nel setting assistenziale più idoneo, secondo le migliori evidenze scientifiche, con il minor rischio possibile e il massimo beneficio, in un contesto di risorse limitato”. 

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