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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Strage del bus a Monteforte, un anno dopo

Il 28 luglio del 2013, alle 20.15, 40 dei suoi passeggeri persero la vita quando il mezzo precipitò da un viadotto dell'A3. Dalle indagini una sola certezza: la tragedia poteva essere evitata

Un anno fa, alle 20.15 del 28 luglio 2013, un pullman di pellegrini puteolani cadde dal viadotto Acqualonga della Napoli-Bari. La strage di Monteforte Irpino contò 40 vittime, e solo otto superstiti: persone a cui si deve una giustizia ancora lontana.

Saltarono di colpo i freni, questa a monte di quanto accadde. Il sistema di trasmissione del mezzo si spezzò di colpo tranciandoli, e lasciando così l'autista Ciro Lametta da solo nel disperato tentativo di fermare la folle corsa dell'autobus. Provò a rallentarlo contro le barriere laterali del viadotto, che però cedettero e provocarono il tragico volo.

Sette gli indagati nell'inchiesta della Procura di Avellino. Tra loro anche i dirigenti della società Autostrade per l'Italia. Le perizie hanno consentito di scoprire che le barriere di protezione non erano fissate all'asfalto: perni corrosi. Tre arresti sono invece avvenuti di recente, per false revisioni alla Motorizzazione di Napoli: il bus – pur vecchio di migliaia di chilometri – non era mai stato sottoposto a controlli.

Il 18 settembre inizierà il processo civile. Trecento familiari delle vittime chiedono i danni mentre si fa luce sulle responsabilità. Qualcosa sembra certo: la strage poteva essere evitata.

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