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Martedì, 30 Aprile 2024
L'inchiesta / Fuorigrotta

A Bruscolotti un tasso usuraio 'benevolo': “È il capitano del Napoli”

L'ex bandiera degli azzurri vittima del giro messo su dal clan Volpe-Baratto a Fuorigrotta

La camorra gli avrebbe riservato un trattamento di “favore” perché era pur sempre il capitano del Napoli e una bandiera della squadra che vinse il primo scudetto. Un trattamento che comunque prevedeva tassi del 20% che secondo gli investigatori arrivavano a superare anche il 40%. E' così che è stato trattato Giuseppe Bruscolotti dagli uomini del clan Volpe di Fuorigrotta. La cosca aveva messo su un giro di usura che è stato sgominato questa mattina dall'antimafia. Un giro in cui era finito anche l'ex calciatore del Napoli impegnato nell'apertura e gestione di un centro scommesse nel quartiere. Secondo gli investigatori esistono elementi che proverebbero un prestito ricevuto da Bruscolotti di circa 65mila euro.

Prestito che poi l'ex calciatore avrebbe ripagato con tassi che sarebbero arrivati anche oltre il 40%. Il “patto” era quello di pagare una rata mensile tra i 2400 e i 2600 euro nei primi mesi, che poi sarebbe diventata di mille euro. Esistono, però, dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che parla di cifre più alte per effetto di un rapporto molto duraturo e a fronte di un trattamento di “favore” rispetto al tasso d'interesse. Il pentito, le cui dichiarazioni sono state raccolte dall'antimafia, è Gennaro Carra che ha fornito numerosi dettagli sulle tante vittime del giro di usura messo in piedi a Fuorigrotta. In particolare, della posizione di Bruscolotti ne avrebbe parlato con Antonio Volpe a seguito di un incontro con l'ex capitano del Napoli a cui assistette.

L'incontro con Volpe davanti al pentito 

Bruscolotti fece visita a Volpe nella sua abitazione e gli consegnò una busta con cinquemila euro sotto gli occhi di quello che sarebbe diventato un collaboratore di giustizia. Carra chiese informazioni a Volpe, riconoscendo la bandiera del Napoli, e ne ottenne in risposta il quadro della situazione debitoria dell'ex calciatore. Volpe gli spiegò di aver prestato 140mila a Bruscolotti per l'apertura di un centro scommesse. Il patto era che avrebbe restituito cinquemila euro al mese con un tasso d'interesse del 20%. A quel punto Carra fece notare a Volpe che si trattava di un tasso “favorevole” e ottenne in risposta che “si trattava del capitano del Napoli”. Un trattamento definito “benevolo” in quella circostanza e che dà la misura del giro d'affari messo su dal clan nel quartiere. Un'altra intercettazione dimostra la situazione debitoria di Bruscolotti. Nel maggio 2020 i carabinieri lo intercettano mentre parla con il figlio di Antonio Volpe. In quell'occasione chiese al clan di differire il pagamento della rata degli interessi perché era in difficoltà. L'agenzia era, infatti, rimasta chiusa a causa del primo lockdown per il Covid.

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