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Cronaca

Campania, una regione avvelenata. E i siti contaminati sono in aumento

Il 30 maggio la giunta ha approvato il secondo piano delle bonifiche. Il precedente, varato nel 2005, non ha prodotto alcun risultato. "Situazione ormai fuori controllo"

La situazione dei rifiuti in Campania appare sempre più drammatica nonostante l'approvazione in data 30 maggio del piano riguardante le bonifiche, come segnalato da Daniela De Crescenzo sul Mattino.

Non si tratta della prima volta in cui viene varato il piano visto che già accadde nel 2005 ma senza esiti. Le confessioni dei pentiti hanno fatto emergere per l'ennesima volta una situazione fuori controllo che appare evidente se si considera che il 70% del territorio della provincia di Napoli ricade nei vecchi Sin, i siti di interesse nazionale da bonificare. In Campania ce ne erano sei (Pianura, il Litorale Domitio Flegreo e l’Agro Aversano, Bagnoli e Napoli est, bacino del Sarno), ridotti a due dalla norma varata dall'ex ministro dell'ambiente Clini (Bagnoli e Napoli est).

Per mettere a posto le aree sarebbero necessari 526 milioni di euro. Troppi visto che, al momento, se ne possono spendere 2,5 milioni di euro dai fondi per le compensazioni e 61 milioni per i 49 interventi di bonifica delle vecchie discariche che l’assessore Romano ha affidato ai Comuni per evitare la multa minacciata dall’Europa.

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