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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Beppe Fiorello sarà Roberto Mancini, il poliziotto eroe della Terra dei Fuochi

"Io non mi arrendo" in onda il 15 e 16 febbraio su Rai Uno. La storia e il coraggio del commissario morto di cancro per aver dedicato la vita a cercare la verità sui rifiuti interrati

La vita di un poliziotto-eroe raccontata in un fiction interpretata da Beppe Fiorello. Una vita, quella del vicecommissario Roberto Mancini, dedicata a trovare i veleni interrati nella cosiddetta Terra dei Fuochi e la verità intorno a quello scempio ambientale criminale che per anni si è consumato nel territorio.

Una dedizione che gli è costata la vita. Mancini è, infatti, morto di cancro ad aprile dl 2014. Morto di cancro il Vice Commissario Roberto Mancini: indagò sui rifiuti tossici interrati dalla camorra
Il commissario della Criminalpol ha svolto per anni indagini approfondite sul traffico di rifiuti tossici interrati dalla camorra, in particolare nella Terra dei Fuochi, e per seguirne le piste ha respirato, toccato e assimilato i veleni che ne scaturivano. Per questo motivo ha contratto un tumore ai linfonodi che, alla fine, non gli ha lasciato scampo.

Il suo coraggio e il suo impegno saranno portati sul piccolo schermo in una docufiction di Rai Uno dal titolo "Io non mi arrendo", in onda il 15 e 16 febbraio. Ad interpretare il commissario Mancini sarà Beppe Fiorello che ha scritto anche la prefazione del libro "Io morto per dovere" (Chiarelettere) di Nello Trocchia, Luca Ferrari e Monika Mancini, moglie del commissario.

Di seguito, uno stralcio della prefazione di Fiorello ripresa dal Corriere del Mezzogiorno che la riporta, per intero, in anteprima:

Roberto diceva la verità, per questo è morto. Lo ha ucciso il cancro, che ha contratto proprio mettendo le mani in quel territorio che gente senza scrupoli e senza rispetto per il futuro ha riempito di veleni. Ma prima ancora della malattia lo ha ucciso l’indifferenza, la connivenza e l’omertà di quegli uomini senza anima, senza fede, legati a giri di interessi che non guardano in faccia a nessuno. Come tutti i grandi martiri che hanno voluto bene all’Italia, Roberto è morto per noi e deve stare tra le eccellenze del nostro paese, perché è una bandiera della legalità e dell’onestà civile, e ha dimostrato che ci sono valori per affermare i quali vale la pena di andare avanti contro tutto e tutti, a qualsiasi costo. Questo è ciò che lascio ai miei figli. Anzi, questo è ciò che lascia loro Roberto Mancini.

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