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Cronaca

L'ISS conferma l'aumento dei tumori, Patriciello: "Ora vogliamo risposte certe"

Il parroco di Caivano: "Adesso non lo dice un prete o una mamma addolorata per la morte del figlio, ma l'Istituto Superiore della Sanità. Adesso vogliamo risposte certe per uscire dalla sciagura che ci uccide"

Anche l'Istituto Superiore della Sanità (ISS) conferma che nella cosiddetta "Terra dei Fuochi" si muore di più per tumore rispetto alla media del resto della regione.

Un dato allarmante che vede fino al 13% di mortalità in più per le donne e il 10% negli uomini relativamente ai comuni presi in esame nella provincia di Napoli dallo Studio Sentieri. Mentre in provincia di Caserta l'aumento è del 6% per le donne e del 4% per gli uomini. Si tratta di tipologie di tumore, si legge nel sunto dello studio dell'ISS, che "ammettono tra i loro fattori di rischio, accertati o sospetti, l'esposizione a un insieme di inquinanti ambientali".

Da tempo dai cittadini, dai medici per l'ambiente e perfino dall'Istituto Pascale di Napoli era stato lanciato l'allarme. Un dato già evidente per chi vive il dramma sulla propria pelle e chiede risposte chiare su come arginare il terribile fenomeno, che tardano ad arrivare.

Anche Padre Maurizio Patriciello, parroco di Caivano noto ormai per le sue battaglie contro i roghi tossici e l'inquinamento ambientale, commenta la notizia diramata dall'ISS: "Il popolo campano geme, soffre, muore - scrive il prete su facebook - E ancora c’è chi ha il coraggio di negarlo. Adesso, però non lo dice un prete o una mamma addolorata per la morte del figlio, ma l’Istituto superiore della sanità. Adesso vogliamo risposte certe per uscire dalla sciagura che ci uccide".

Insieme a Don Maurizio, fa sentire la sua voce anche l'oncologo Antonio Marfella che chiede "l'intervento diretto del primo ministro Matteo Renzi affinché, in analogia con quanto già fatto meritoriamente nei confronti del prefetto di Perugia, si attivi immediatamente per richiedere ed ottenere le dimissioni immediate, in assenza di dimissioni spontanee, dei responsabili sanitari della Regione Campania che ancora oggi continuano imperterriti a negare e ad offendere persino i ricercatori dell'Istituto superiore di sanità" oltre al "popolo campano intero".

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