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Cronaca

Carcere di Nisida, la denuncia dei sindacati: "Assalto all'ufficio della Polizia Penitenziaria"

Nuovo episodio di violenza nelle carceri napoletane

Ancora un brutto episodio nelle carceri napoletane. A denunciarlo è il Sappe, attraverso il segretario generale Donato Capece.

"In sette, all'apertura delle celle, hanno tentato di assaltare l'ufficio della Polizia Penitenziaria dove si trovava un altro detenuto che avrebbero voluto aggredire e linciare. Una vera e propria spedizione punitiva quella organizzata dal gruppo di ragazzi, tutti reclusi nel carcere minorile di Nisida, a Napoli. I detenuti, con i volti coperti da sciarpe e cappelli, armati di pietre e mazze di legno hanno rotto diversi vetri dell'ufficio, alcuni di loro tentando persino di raggiungere il reparto Osservazione/Infermeria arrampicandosi alle pareti attraverso i tubi di scarico dell'acqua".

"Solo la prontezza di intervento degli agenti penitenziari in servizio ha permesso di limitare i danni - spiega Capece - riuscendo a contenere gli aggressori per poi bloccarli definitivamente. È evidente che nel carcere minorile di Nisida, anche a causa dei vari cantieri edili ormai aperti da anni, non vi è più un luogo idoneo a contenere tutti i detenuti. Durante le ore del passeggio, infatti, questi possono essere raggruppati esclusivamente sul campetto di basket adiacente l'ufficio preposto, che però non ha alcuna recinzione, tanto da lasciare liberi i detenuti di muoversi come pare a loro".

"Non ci ha meravigliato l'assalto dell'ufficio della Polizia Penitenziaria nel carcere minorile di Nisida. Anche se l'obiettivo era un altro giovanissimo detenuto che avrebbero voluto aggredire e linciare, siamo di fronte alla testimonianza che i minori reclusi prendono ad esempio gli adulti, secondo il più classico degli effetti emulazione, per imporre le loro 'regole'. I baby criminali si stanno dimostrando, soprattutto a Napoli, più violenti e spietati degli adulti specie perché motivati dalla forte voglia di scalare le gerarchie del clan e di imporsi. E poi gli arresti continui di capi clan o comunque 'pezzi grossi' scatenano fuori e dentro il carcere la competizione per affermarsi alla successione". Ad affermarlo è il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, Aldo Di Giacomo.

"Il problema centrale, come denunciamo da sempre – aggiunge Di Giacomo – è quello della revisione profonda e seria del sistema della detenzione ancor più per i minori, per i quali è generalizzato il ricorso a programmi di reinserimento sociale e lavorativo con l'obiettivo di 'redimerli' ad ogni costo. Ci facciamo prendere dal buonismo nei confronti di ragazzi che invece, come accaduto a Nisida, danno prova di ferocia".

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