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Cronaca

Operazione Penelope, arrestata la moglie del boss Cappello

Maria Rosaria Campagna, napoletana, è la moglie del boss catanese arrestato nel 1992 a Napoli e condannato all'ergastolo

All’alba di oggi, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un'ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali, emessa in data 13.12.2016 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di 30 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, con l’aggravante di essere associazione armata, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio delle medesime, estorsione, esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone e intestazione fittizia di beni, aggravati dall’art.7 D.L.152/91.

La misura cautelare, la cui richiesta era stata depositata nel luglio del 2015, accoglie gli esiti di una complessa ed articolata attività investigativa, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania e condotta da personale della Squadra Mobile e del Servizio Centrale Operativo nell’arco temporale 2012-2014, che ha consentito di evidenziare la piena operatività dell’organizzazione mafiosa Cappello-Bonaccorsi, risultata strutturata su più livelli.

Le investigazioni hanno fatto emergere anche il ruolo operativo e decisionale rivestito da Maria Rosaria Campagna, storica compagna del boss Salvatore Cappello, arrestato a Napoli nel 1992 e capo dell’omonimo clan, detenuto in regime di cui all’art.41 bis O.P. La donna, domiciliata a Napoli, è risultata essere anello di congiunzione tra il predetto boss ed i vertici operativi a Catania, dove si recava frequentemente.   

Proprio con riferimento alla figura del boss Salvatore Cappello, il G.I.P. ha condiviso la prospettazione accusatoria ed ha ritenuto pertanto provato che il predetto, nonostante il suo stato detentivo, in regime di 41 bis O.P., ha continuato a ricoprire il ruolo di capo indiscusso dell’omonima organizzazione mafiosa, dando direttive ai sodali anche per il tramite della moglie. Non è stato tuttavia adottato alcun provvedimento cautelare a suo carico, in quanto detenuto in espiazione di condanne definitive all’ergastolo.

Nel medesimo provvedimento, il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo, funzionale alla confisca, di numerosi fabbricati, autoveicoli, motoveicoli, rapporti con istituti di credito e finanziari, nonché di ulteriori attività commerciali. Alla Campagna sono stati sequestrati la totalità dei beni aziendali e strumentali di una pizzeria con sede in Napoli.

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