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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Blitz della Dia tra Napoli e Caserta, sette misure cautelari

Coinvolti dirigenti e funzionari della direzione sanitaria dell'ospedale Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta, oltre che alcuni imprenditori casertani e napoletani operanti nel settore sanità

Agenti della Direzione investigativa antimafia di Napoli sono stati stamane impegnati in un'operazione, tra Napoli e Caserta, volta all'esecuzione di provvedimenti restrittivi per sette persone. Gli arresti sono stati disposti dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Si tratta di dirigenti e funzionari della direzione sanitaria dell'ospedale Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta. Con loro, alcuni imprenditori napoletani e casertani, titolari di importanti aziende nel settore dei servizi sanitari ed ospedalieri.

L’indagine, per la quale gli inquirenti si sono serviti anche di intercettazioni telefoniche e ambientali, riguarda l’affidamento e gestione degli appalti all’interno della struttura. Secondo l'accusa, numerose gare di appalto per decine di milioni di euro sarebbero state manipolate a fronte di tangenti in denaro o in "altre utilità". Ipotizzato anche il reato di falso in atto pubblico a proposito di controlli sul corretto svolgimento dei servizi da parte delle ditte affidatarie.

I PRESUNTI OMESSI CONTROLLI – In carcere è finito anche Carmine Iovine, cugino del boss dei Casalesi pentito, Antonio. Secondo gli inquirenti, avrebbe – dal 2009 al 2014 – certificato dei controlli sull'operato di una ditta in realtà mai avvenuti. Sei le aziende coinvolte nell'inchiesta. "Aveva creato un sistema perfetto – scrive il gip a proposito di Iovine – nel quale impartiva anche disposizioni affinché non venissero segnalate irregolarità nell'esecuzione dei contratti né applicate le penalità previste dalla legge”.

IL CASO DELLA MANUTENZIONE – Un caso particolarmente emblematico di quanto accadesse intorno all'ospedale è dagli investigatori ritenuto quello della gara da 14 milioni per i servizi di manutenzione impianti dell'ospedale. La vicenda risale al luglio di 3 anni fa. Uno degli indagati, presidente della commissione, avrebbe fornito a sua moglie (dirigente medico) informazioni utili: la riapertura dei termini per presentare le domande di partecipazione, il nome di alcune ditte che partecipavano alla gara, l'importanza di partecipare alla gara con una società molto grande e di presentare un progetto che garantisse soprattutto il miglioramento del processo e controllo energetico negli edifici. Le informazioni sarebbero quindi state passate a Carmine Iovine, al tempo direttore sanitario, quindi a quel punto veicolate a chi avrebbe permesso all'azienda aggiudicataria di vincere la gara.

Un'ottava persona sarebbe dovuta essere raggiunta da ordinanza cautelare, ma è risultata deceduta nei mesi scorsi. Complessivamente sono 77 gli indagati nell'inchiesta.

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