Stese e agguati alla Sanità, scacco al clan Esposito-Genidoni: 9 arresti
Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, detenzione illegale di armi da fuoco, detenzione illecita di sostanze stupefacenti e tentato omicidio
La Squadra Mobile di Napoli e i Carabinieri del comando provinciale di Napoli hanno dato esecuzione questa mattina ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Napoli a carico di nove persone indagate a vario titolo per aver fatto parte del clan camorristico Esposito-Genidoni, storicamente attivo nel quartiere Sanità.
Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, detenzione illegale di armi da fuoco, detenzione illecita di sostanze stupefacenti e tentato omicidio.
Il provvedimento cautelare si fonda sugli esiti delle indagini che hanno focalizzato l'attenzione sul quartiere Sanità, teatro di numerose 'stese' e agguati.
LE IMMAGINI DEGLI ARRESTI - VIDEO
La complessa attività investigativa, espletata soprattutto tramite le intercettazioni telefoniche e ambientali, ed incentrata sul capo clan Antonio Genidoni, sui soggetti a vario titolo collegati al suo nucleo familiare e sui suoi uomini più fidati, ha consentito di ricostruire il ruolo di diversi affiliati al clan.
Il materiale indiziario raccolto ha trovato conforto anche in plurime dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia hanno consentito di far luce anche sul tentato omicidio di Francesco Bara, poi ucciso successivamente nel dicembre 2012.
Tra i destinatari del provvedimento, oltre al capo clan Antonio Genidoni, ci sono anche la madre Addolarata Spina, la moglie Vincenza Esposito, Alessandro Daniello e Emanuele Salvatore Esposito, entrambi già detenuti per gli omicidi del 22 aprile 2016 in via Fontanelle, Walter Mallo, già detenuto per una condanna a 16 anni di reclusione quale capo dell'omonimo clan, Francesco Spina, Salvatore Basile e Agostino Riccio.
