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Cronaca Castellammare di stabia

Castellammare, operazione contro il clan D'Alessandro: 12 arresti

Le indagini partite in seguito all'omicidio del consigliere comunale Luigi Tommasino nel 2009. Ai fermati contestato il reato di associazione camorristica: narcotraffico, rapine, ricettazione, riciclaggio, estorsioni ed omicidi

Dodici persone, alcune delle quali ritenute appartenenti al clan D'Alessandro, sono state fermate dalla polizia nell'ambito delle indagini avviate all'indomani dell'omicidio del consigliere comunale del Pd di Castellammare di Stabia Luigi Tommasino (Pd), avvenuto nel 2009 mentre era in macchina con il figlio che allora aveva 13 anni.

Le indagini hanno consentito di accertare una serie di reati, tra cui alcuni omicidi, che non sono però connessi con la morte del consigliere comunale. Per quella vicenda, infatti, sono stati individuati e sono già a giudizio i presunti esecutori materiali, mentre restano ancora sconosciuti i mandanti.

Ai fermati viene contestato il reato di associazione camorristica nell'ambito delle attività del clan, attivo a Castellammare. Due degli indagati, Tramparulo ed Esposito, sono anche accusati dell'omicidio di Antonio Scotognella, un parcheggiatore abusivo assassinato nel giungo del 2009 sul litorale stabiese per essersi opposto alle richieste di consegnare parte dei soldi che guadagnava illegalmente parcheggiando le auto nei pressi di uno stabilimento balneare di Pozzano. Un omicidio che vede ora nella veste di mandate Salvatore Belviso - già detenuto perché ritenuto compartecipe all'omicidio del consigliere Tommasino - e, invece, nel ruolo di esecutori materiali Vincenzo Tramparulo e Giuseppe Esposito, due 21enni fermati ieri.

L'operazione è stata condotta dagli agenti di polizia del commissariato stabiese coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia. I fermi sono stati emessi dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e dai sostituti Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa. Le indagini - condotte anche con intercettazioni telefoniche, ambientali e videoriprese - hanno consentito di acquisire elementi probatori su due rapine e su violazioni in materia di armi e di sostanze stupefacenti, tutti reati consumati tra Castellammare e alcune regioni d'Italia come la Toscana, l'Emilia Romagna e la Calabria. L'organizzazione riciclava parte dei proventi delle attività illecite in iniziative imprenditoriali in Toscana, attraverso la complicità di pregiudicati del Napoletano trasferitisi nella regione.

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