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Cronaca

Area Industriale di Giugliano: nomadi, vandalismo e inquinamento

L'ennesimo episodio di criminalità nell'Area Industriale di Giugliano porta all'esasperazione gli industriali della zona che denunciano i problemi dovuti alla vicinanza dei campi nomadi, alle zone inquinate e a un mancato intervento delle istituzioni

"Dobbiamo prendere atto dell’assenza dello Stato”. Così commentava Angelo Punzi, Vice Presidente e Amministratore G.M.A e Vice Presidente del Consorzio Giugliano, l'ennesimo episodio di criminalità nell'area industriale di Giugliano.

Solo pochi giorni fa, un cavo telefonico rubato il giorno prima era stato ripristinato e, la notte stessa, di nuovo asportato. Un episodio che però non è nuovo nella zona Asi (Area Sviluppo Industriale) di Giugliano e che si incatena in una spirale di difficile convivenza e spartizione del territorio tra industriali, campi nomadi, istituzioni e inquinamento.

Per capire meglio le problematiche che coinvolgono questa parte del Comune di Giugliano abbiamo parlato proprio con Angelo Punzi, Vice Presidente del Consorzio Giugliano, che ha dato voce al disagio di questo complesso industriale formato da circa 50 aziende, per un totale di 1800 persone.

Ha raccontato il dottor Punzi: “La base di tutta questa storia è una convivenza impossibile tra popolazione rom e industria. Questo è territorio Asi però, di fatto, ci sono opere non completate perché, ad esempio, ci sono degli stabilimenti che ancora non hanno un’area di recinzione. I Rom si sono insediati nel territorio, da più di venti anni ormai, insieme alle aziende, ma è sempre mancata un’azione di stato e un coordinamento da parte delle istituzioni”.

Il problema principale riguarda quindi la sicurezza, gli industriali non si sentono tutelati e rimangono vittime di episodi di vandalismo e micro criminalità. Continua Punzi: “Siamo soggetti a una serie di azioni di teppismo e, una verità che va detta, è che non riusciamo a dimostrare che i colpevoli siano i rom. Non li abbiamo mai visti in azione. Ma le nostre sono presupposizioni di cui siamo certi però. Sono estremamente scaltri. L’altra notte è stato asportato un cavo telefonico che abbiamo interrato. Il cavo, in un momento di assenza del guardiano notturno, è sparito. Rubato due volte in due giorni.”

Quello dell'area industriale è un caso complesso e difficile da sbrogliare e anche i numeri non aiutano a risolvere la matassa: i nomadi censiti dalla prefettura non corrisponderebbero al totale delle presenze nei 13 campi: “Al giorno d’oggi la fotografia della situazione è questa: noi abbiamo circa 1000 rom per quelle che sono le nostre stime, mentre la prefettura parla di 440, che sono quelli censiti”.

Da qui si ritorna al tavolo delle istituzioni: gli industriali che chiedono aiuti e servizi, (l'Asi è regionale) e le amministrazioni che hanno un numero elevato di nomadi da ricollocare.
A questo proposito un chiarimento, dal lato del Comune di Giugliano, ci arriva da Mauro Fellico, il loro portavoce che spiega la situazione dall'altro lato della medaglia, quello istituzionale: “Per quanto riguarda la zona Asi, si stanno facendo degli incontri per risolvere le problematiche che la riguardano tenendo conto che sia il Sindaco, sia dei Consiglieri hanno già fatto in passato degli incontri per cercare, con il presidente Punzi e altri industriali, di risolvere i problemi.”

Di incontri ce ne sono stati e molti, così come conferma Punzi: “In due anni sono stato a 15 incontri tra Regione, provincia, comune, asi, non ce ne ho più. I risultati sono uguali a zero.” Ma qualcosa si sta mettendo in moto: “L’unica cosa che si sta muovendo è la costruzione di un campo rom da parte del comune di Giugliano, con gli aiuti della provincia, che dovrebbe ospitare 120 dei 440 rom già censiti dalla prefettura. Il comune, una volta accolti i 120 che può accogliere non può fare altro. La prefettura invece conferma che i 440 censiti e che vivono da anni sul posto, devono essere collocati qui, mettendo a disposizione un terreno. Da qui si è aperta la storia infinita che ha aperto l’ingresso ad altri rom. Per cui sono molti di più di quelli censiti.”

Anche di questo ci arriva conferma dal portavoce del Comune di Giugliano che spiega quali siano le linee di intervento ipotizzate: “Al momento c'è in progetto la costruzione del campo nomadi che ne potrà contenere un numero contingentato, affinché possano integrarsi nella nostra realtà. Quindi, non solo una semplice costruzione di un campo, ma l'idea di integrarli nella comunità. Abbiamo avuto delle indicazioni anche da parte del prefetto, però c'era il problema del numero di persone da contenere. A tal proposito il consiglio si è espresso affermando l'impossibilità di inglobarne un numero elevato, altrimenti si correrebbe il rischio di non riuscire a integrarli”

Criminalità, industriali, nomadi e istituzioni. Il quadro però non è ancora completato, manca ancora un ultimo inquietante elemento: l'inquinamento del territorio, che ci svela infine il dottor Punzi: “Il problema della presenza dei campi nomadi è che si trovano su terreni che sono stati sequestrati perché altamente inquinati. C'è anche una relazione del commissario di Governo che lo certifica.”

Gli fa eco Mauro Fellico dal Comune di Giugliano: “Purtroppo, la zona è adiacente a Taverna del Re dove ci sono le eco balle, quindi è stato fatto un procedimento per cercare di bonificare l'area. Il consiglio si è espresso in modo omogeneo per attuare tramite il commissariato di governo, regione, province e comune una bonifica che sia fatta in tempi molto celeri, con lo smaltimento delle eco balle”.

Continua Fellico: “Ultimamente è venuto anche l'assessore regionale all'ambiente, Canapini, con cui facemmo un monitoraggio del territorio e in quell'occasione il sindaco Pianese ha sollecitato un'azione per bonificare la zona o con impianti fotovoltaici o inceneritori e poi bonificare immediatamente il territorio”.

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