rotate-mobile
Cronaca

Arya e la paura degli spazi aperti: "L'Agorafobia sta uccidendo i miei sogni"

La 20enne napoletana soffre di agorafobia da quando ha nove anni. L'intervista a NapoliToday nella quale racconta la sua storia

L'agorafobia, meglio conosciuta come la "paura della piazza" è la sensazione di paura o grave disagio che una persona può provare negli ampi spazi all'aperto. L'agorafobico cerca di evitare luoghi pubblici o luoghi non familiari e ha difficoltà ad uscire di casa e viaggiare.

Le manifestazioni ansiose provocate dall'agorafobia sono altamente invalidanti, in quanto chi ne soffre spesso diventa completamente dipendente dalle mura domestiche.

Abbiamo intervistato, Arya, una 20enne napoletana, che soffre da tempo di agorafobia.

Quando si è manifestato per la prima volta il tuo problema?
La prima volta avevo 9 anni, ero a ristorante con la mia famiglia. Aspettavamo le ordinazioni e all'improvviso inizio ad accusare un forte dolore alla pancia. Mia madre mi propone di provare ad usare il bagno del ristorante e di uscire a prendere un po' d'aria, ma qualcosa in quel momento era cambiato. Sentivo come una forza d'attrazione, dovevo tornare a casa. Immediatamente. Ma purtroppo passarono ben quarantacinque minuti prima che mi ci portassero. Ricordo che era sera, guardavo la luna dalla macchina e speravo nella mia testa di riuscire a tornare salva a casa mia.

Quali sono le sensazioni che provi durante un attacco?
Durante un attacco il primo sintomo che percepisco è la tachicardia. A distanza di pochi secondi inizia a girarmi la testa, ad aumentare la temeratura corporea, avverto sensazione di svenimento e forte mal di pancia. Talvolta mi sembra di uscire da me stessa, ed è come se guardassi la scena da una terza prospettiva. Cerco di controllare tutti i sintomi, perchè la paura è forte, ma ovviamente non funziona.

In quali luoghi si manifesta in particolare e hai segnali che ti preannunciano l'attacco di panico imminente?
Purtroppo i posti in cui si manifesta tale disturbo sono molteplici, sia luoghi chiusi che aperti, metro, cumane, ascensori, piazze, negozi di qualsiasi tipo, ristoranti e così via. Soprattutto se non sono nel raggio di cento metri da casa. E ovviamente l'ansia e il panico cambiano da distanza a distanza. E' come essere attaccati ad una molla che parte da casa, man mano che mi allontano da essa, la paura sale, i passi si fanno sempre piu' pesanti, è uno sforzo arrivare oltre, cerco di resistere finche' il panico mi assale o talvolta ancor prima per paura che accada e, come ritirata dalla molla, devo subito correre a casa.

Hai provato a consultare uno specialista e quali sono stati i responsi al riguardo?
Si, ci ho provato e continuo anche ora, ma "serve tempo". Quanto, ancora non si sa. Non e' definito, e questo distrugge. Insomma, ho 20 anni, il periodo in cui dovrei iniziare a costruire le basi per il mio futuro, il periodo in cui dovrei godermi le bellezze di una vita che e' unica. Una sola possibilta', ed io non posso e non riesco a sfruttarla. Mi domando spesso cosa sara' del domani, e talvolta, vorrei avere la "fortuna" di non vederlo mai.

Quali sono le cose che vorresti fare ma che ti sono impedite per l'agorafobia?
Io amo disegnare e fotografare, mi piacerebbe poter passeggiare per musei, girare tra scaffali di biblioteche, poter andare negli ospedali a fare volontariato, frequentare l'universita', passeggiare per le strade della mia citta' come una persona qualunque, ritornare a fare basket, riuscire ad uscire con gli amici, poter vedere il sorriso soddisfatto di una persona che per colpa della mia situazione, non sorride piu'. E un giorno, vorrei riuscire a realizzare il mio piu' grande desiderio, diventare un neurochirurgo o un patologo.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Arya e la paura degli spazi aperti: "L'Agorafobia sta uccidendo i miei sogni"

NapoliToday è in caricamento