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Cronaca

Acqua potabile: la Procura di Napoli apre un'inchiesta

Scaturita, si apprende, da indagini su appalti assegnati, con i criteri della somma urgenza, a ditte sospettate di legami con la malavita organizzata. Al momento, però, non risulta alcun indagato

La questione della potabilità dell'acqua di Napoli, che ha fatto molto discutere nelle scorse settimane, torna alla ribalta della cronaca.

Grande clamore attorno alla questione era giunto dal titolo di una edizione dell'Espresso: "Bevi Napoli e poi muori", che si riferiva ai risultati di una ricerca richiesta dal comando americano di Napoli, eseguìta da primari laboratori di analisi sulla base di campioni di acqua, cibo, terreni, fumi raccolti lungo l’arco di due anni – dal 2009 al 2011 – su un’area di oltre mille chilometri quadrati e costata ben 30 milioni di dollari.

Una copertina fruttata all'Espresso una denuncia con annessa richiesta di risarcimento da parte del Comune di Napoli. "Una copertina vergognosa che merita una risposta immediata" era stata la risposta il sindaco Luigi de Magistris, che ha spiegato in più occasioni che "l'acqua di Napoli è la più controllata d'Italia  e assolutamente potabile", mostrando anche i dati delle analisi effettuate dall'ABC (azienda speciale del Comune che si occupa dell'erogazione idrica a Napoli).

Adesso, come si legge in una nota dell'Ansa, la procura di Napoli ha deciso di aprire un'inchiesta sulla questione della potabilità dell'acqua partenopea,  acquisendo una serie di atti presso la Regione Campania, l'Arpac e le autorità militari statunitensi che negli anni scorsi disposero analisi sulla qualità dell'acqua in Campania.
L'inchiesta, condotta dai pm della Dda Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio è scaturita a quanto si è appreso, da indagini su appalti assegnati, con i criteri della somma urgenza, a ditte sospettate di legami con il boss del clan dei Casalesi Michele Zagaria. Al momento, però, non risulta alcun indagato.

(ANSA)

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