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Venerdì, 19 Aprile 2024

Vomero

A cura di Gennaro Capodanno

Il quartiere collinare visto da Gennaro Capodanno, ingegnere e a lungo consigliere della circoscrizione. Negli ultimi anni ha costituito diversi comitati per sostenere le battaglie comuni insieme ai cittadini della zona. Tra questi il Comitato per il trasporto pubblico e il Comitato Valori collinari, dei quali è presidente.

Vomero

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Una crisi quella del commercio dalle molte sfaccettature

         “ Sarà perché al Vomero sono nato e ci vivo da sempre ma io quei bei locali ad angolo con accesso da via Luca Giordano, 43 e vetrina su via Scarlatti, 193, sicuramente uno dei più negozi del quartiere collinare, me li ricordo ancora oggi come sede della storia rosticceria “Villa di Lucullo” – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Quanti “panzarotti” pieni di filante mozzarella, frittatine di maccheroni, e prelibate montanare hanno deliziato i nostri palati negli anni di gioventù! “.

            “ Ricordi di quando al Vomero il “take away“ era rappresentato appunto dalla “Villa di Lucullo”  o dalla “Rosticceria Imperatore“, posta sempre in via Scarlatti, andando verso via Cilea – continua Capodanno -, mentre ora non si contano più le patatinerie e le friggitorie, ed il quartiere assomiglia sempre ad un grosso fast food “.

            “ Negli ultimi tempi i locali, che si estendono su due piani, avevano ospitato uno degli store del noto marchio Yamamay, peraltro già presente al Vomero – puntualizza Capodanno -, ma in questi giorni le vetrine sono state oscurate e le insegne sono scomparse, il tutto a pochi passi dai locali della ditta Abet, che dopo 175 anni di attività, proprio nei giorni scorsi,  ha lasciato i locali in via Scarlatti, sull’angolo opposto dell’incrocio tra le due più importanti strade del quartiere “.

            “ Adesso la preoccupazione che serpeggia è che nei locali dove c’era la “Villa di Lucullo”  possa nascere un’altra patatineria – prosegue Capodanno -. Una crisi, quella del settore commerciale, che, a differenza di quanto si cerca di propinare con analisi frettolose e parziali, non è certamente legata ai soli oneri per i canoni di locazione, che, al Vomero, peraltro negli ultimi tempi, sono precipitati, adeguandosi al mercato immobiliare delle altre zone, crisi che vede ben altre concause, sulle quali occorrerebbe fare approfondite indagini “.

            “ A partire dallo stato di degrado e di abbandono nel quale versa il quartiere, un tempo definito bene, con strade piene di buche ed avvallamenti, come ha messo in evidenza la recente forte protesta dei commercianti di via Luca Giordano, arteria che attende i lavori di manutenzione da ben quattro anni  – afferma Capodanno -, senza parlare dello spazzamento che viene effettuato a singhiozzo riducendo sovente marciapiedi e carreggiate a delle vere pattumiere, dove è facile incontrare a passeggio, anche in pieno giorno, topi, blatte rosse ed insetti vari “.

“ Non parliamo poi della viabilità – prosegue Capodanno - dove a fronte della chiusura di alcuni tratti di strada, impropriamente chiamata “pedonalizzazione”, non è stato realizzato neppure uno stallo di parcheggio pubblico, consentendo ai pochi gestori dei parcheggi privati di chiedere fino a cinque euro per ora per la sosta dell’autovettura. Senza considerare quello che accade, specialmente nei fini settimana, nel metrò collinare, un vero e proprio far west che vede i passeggeri alla mercé di vere e proprie bande di delinquenti, senza che si provveda a mettere in atto le necessarie misure per garantire appieno la sicurezza dei viaggiatori “.

“ In tutto ciò, c’è pure chi si frega le mani, continuando a fare loschi affari milionari, favoriti dalla latitanza delle istituzioni – conclude Capodanno -. Tra l’altro sono ricomparse le bancarelle degli ambulanti abusivi che, notoriamente, rappresentano l’ultimo anello di uno dei tanti rami che consentono introiti da capogiro alla delinquenza organizzata, con la produzione e la vendita di prodotti contraffati, dai CD alle borse, dagli occhiali ai capi d’abbigliamento, senza che vengano messi in atto le necessarie attività repressive. Ma il nuovo vero affare è quello che gira intorno a questo continuo cambio di attività che riguarda il commercio a posto fisso, dove sempre più spesso si sente parlare di “lavanderie” del danaro sporco. Ed intanto c’è chi, memore delle famigerate tre f di memoria borbonica, cerca di consolare i vomeresi con l’ennesima inutile notte bianca… “.

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