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Storie&Controstorie

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A cura di Mario Amitrano

Trentacinque anni fa la tragedia del "Melarancio"

Il 26 aprile del 1983 undici ragazzi della scuola media "Nicolardi" di Napoli persero la vita in un assurdo incidente tra l'autobus che li portava in gita sul Lago di Garda ed un autoarticolato che trasportava in maniera "assassina" un enorme tubo d'acciaio

Martedì 26 aprile 1983. Trentacinque lunghi anni fa. Una tragedia che costò la vita a undici ragazzi del quartiere Arenella di Napoli all'interno della galleria del “Melarancio”, sull’autostrada A/1, nei pressi dell’uscita Firenze Certosa. Andavano in gita, per molti di loro era la prima volta.

L'autobus, partito dalla scuola media “Nicolardi”, trasportava 48 studenti e 3 accompagnatori verso il lago di Garda. Nella galleria “maledetta”, il drammatico incidente, lo scontro con un autoarticolato che trasportava in maniera irregolare un enorme tubo d’acciaio. Sporgeva troppo, quel tubo, e aprì come una scatoletta di tonno la fiancata dell’autobus dei ragazzi.

Processi, condanne, rimorsi e rimpianti. Tutta l’Italia si commosse.

Napoli si fermò in un silenzio irreale nel giorno dei funerali, che furono celebrati in forma collettiva allo stadio “Collana”. Le immagini del corteo funebre con le undici bare bianche sono ancora nella mente e negli occhi di chi c’era e di chi vide le immagini alla televisione. Da allora nulla fu più come prima per i genitori di quegli sfortunati ragazzi e per gli alunni e gli insegnanti, che rimasero feriti.

Una Messa sarà celebrata in ricordo delle 11 vittime nella Chiesa della Rotonda, a Napoli, in quella strada fortemente voluta da Padre Salvatore Fratellanza, il parroco, e intitolata proprio a quelli che da quel tragico giorno divennero per sempre gli “Undici Fiori del Melarancio”. I giovani che morirono nell’incidente si chiamavano Annalisa Di Girolamo, Eva De Cicco, Francesca Ielpo, Stefania Bianchi, Alfredo Lombardo, Alessandro Sturatti, Eduardo Aurino, Gianpaolo Cajati, Maurizio Autunno, Riccardo Pironti e Ruggiero Giancristofaro.

Le loro fotografie da allora sono affisse a una parete della loro Chiesa, a perenne ricordo, mentre nel giardino della parrocchia undici alberi di ulivo ogni anno vengono benedetti in loro onore.

I corpi dei ragazzi riposano tutti assieme in una cappella appena all’inizio del “nuovissimo” cimitero di Poggioreale, meta di pellegrinaggio continuo anche da parte di sconosciuti.

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