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Venerdì, 19 Aprile 2024
Storie&Controstorie

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A cura di Mario Amitrano

La cartolina...ricordi di un'epoca che non c'è più

E' l'epoca della comunicazione globale, della socializzazione ad ogni costo, dei gruppi whatsapp. Ormai, nessuno le scrive più...

Io le conservavo tutte, quelle che mi arrivavano. In ogni cartolina una storia, un pezzo di vita, di cuore. Le cartoline in un periodo erano quasi un "must", una sorta di status symbol, pure una sorta di indicatore del livello "sociale" di una persona: più cartoline ricevevi, più il postino pensava che tu chissà chi eri. Ricordo che tra amici era obbligatorio dirsi, prima della partenza: "Mi raccomando, scrivimi una cartolina".

Spesso appena si arrivava in un posto qualsiasi, la prima cosa che facevamo era andare dal tabaccaio a comprarle. E che cura che ci mettevamo a sceglierle: ognuna doveva avere il suo significato, la sua motivazione. Quella classica era con la famosissima scritta "Manchi solo tu a........" con il nome del luogo di villeggiatura: in pratica, qualsiasi posto, anche il più sperduto, aveva qualcuno che le vendeva. Per non parlare di quelle tipiche della costiera romagnola, che da sempre appariva agli occhi di chi non c'era ancora stato come il regno della lussuria, del peccato, della perdizione: e quindi via a comprare cartoline con donne dai seni enormi stese al sole quando i topless erano ancora qualcosa che ci faceva eccitare da morire, tanto erano pochi quelli che vedevamo.

Per chi le mandava da Napoli erano obbligatorie quelle con quel famosissimo pino: quell'albero ha fatto il giro del mondo, era dappertutto, in ogni immagine che partiva da qui, col Vesuvio e il golfo sullo sfondo: si trovava in una traversa di via Orazio e fu abbattuto nel 1984 perchè era malato. Chi di noi non ha mai scritto "Corri, postino, corri", sulle cartoline, per far capire al destinatario la voglia che avevamo che lui leggesse il nostro pensiero... Chi di noi non ha cercato di riempire tutti gli spazi possibili di quel piccolo rettangolino di carta... Chi di noi non ha leccato i francobolli facendo smorfie di schifo con la bocca... Chi di noi non era affascinato da quelle cassette postali di rosso colorate con quella specie di lamiera oltre la quale chissà quale fondo senza fine c'era... Chi di noi non si è chiesto che succedeva se sbagliavi a mettere la cartolina invece che "Per le altre destinazioni" nella casella "per la città"...

Ma che ne sanno i ragazzi di oggi di quelle emozioni, di quei battiti del cuore, di quella voglia di correre a guardare nella cassetta della posta se c'era qualcosa per noi, di quelle delusioni o quelle gioie a seconda del giorno se arrivava o meno qualcosa... Le cartoline hanno cessato di vivere da tempo, ormai, e pochi sono i nostalgici, gli integralisti del francobollo a tutti i costi.

Nei luoghi di villeggiatura i tabaccai, le edicole e i negozietti le continuano ad esporre, ma sono ormai piegate e ingiallite dal tempo. Viviamo l'era della comunicazione globale, della socializzazione ad ogni costo, della condivisione, dei maledetti gruppi whatsapp, delle chat, del sesso virtuale e degli abbracci on line. Figurati se i giovani di oggi potranno mai capire noi che quell'epoca, invece, l'abbiamo vissuta. Scusate, mi sono lasciato prendere la mano. Tutto questo magari su una semplice cartolina non ci sarebbe entrato...

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