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Redazione

Rifiuti milionari, la Corte europea boccia le misure anticrisi

Le attività criminali, gli inadempimenti contrattuali e la popolazione, non costituiiscono cause di forza maggiore che possono giustificare i ritardi nella realizzazione degli impianti.

«Né l’opposizione della popolazione, né gli inadempimenti contrattuali e neppure l’esistenza di attività criminali costituiscono cause di forza maggiore che possono giustificare la violazione degli obblighi derivanti dalla direttiva e la mancata realizzazione effettiva e nei tempi previsti degli impianti». Così, la Corte di Giustizia europea risponde al ricorso presentato dalla Commissione europea nel luglio 2008, lasciando in stato di ibernazione i fondi comunitari destinati al settore rifiuti della Campania per un totale di 500 milioni di euro.


L’Italia, avrebbe 24 mesi per mettersi in regola, ma nel frattempo: «non avendo creato una rete adeguata ed integrata di impianti di recupero e di smaltimento dei rifiuti nelle vicinanze del luogo di produzione e non avendo adottato tutte le misure necessarie per evitare di mettere in pericolo la salute umana e di danneggiare l’ambiente nella regione Campania, è venuta meno agli obblighi che le incombono in forza della direttiva ‘rifiuti».


In un momento di grave difficoltà per il centro destra, in cui le contraddizioni, le divergenze e la mancanza di professionalità rischia di arginare il Pdl nella corsa alle elezioni in due regioni fondamentali, Caldoro coglie la palla al balzo per ricordare le colpe dell’amministrazione di Prodi-Bassolino: «La condanna dell’Unione Europea è uno dei disastri che riceviamo in eredità dal centrosinistra. Quanto è avvenuto è frutto della cattiva politica e della cattiva amministrazione: quella dei rifiuti non è stata un’emergenza imprevedibile, come un terremoto, un’alluvione, ma si poteva ampiamente prevedere. Se poi uno non fa nulla accade l’immaginabile».


Tommaso Esposito, portavoce del comitato anti-inceneritore di Acerra che da poco ha presentato a Bruxelles una dichiarazione sulla situazione dei rifiuti denuncia:«La Campania, crocevia di traffici illeciti di rifiuti di ogni genere, con discariche di rifiuti tossici e pericolosi sul proprio territorio, continua ad essere priva di un piano adeguato e trasparente che le consenta di uscire dalla Emergenza, cosi come richiesto dalle istituzioni europee. Quale politica di riduzione dei rifiuti e riuso dei materiali è stata messa in campo in questi anni? Dove è finita la raccolta differenziata? Dove sono gli impianti di compostaggio? Solo discariche ed inceneritori per consentire ai furbetti di turno di continuare a fare i loro affari, questa la realtà. Ed a pagare sono sempre e soltanto i cittadini con la loro salute e le loro tasche come previsto dall’ultimo decreto in materia».

Per Esposito: «L’inceneritore di Acerra rappresenta l’emblema e la ragione di questo affare. Completato grazie ai finanziamenti pubblici, ancora in fase di collaudo, spento e riacceso in continuazione, non garantisce nessuno, brucia rifiuti indifferenziati in deroga alla valutazione di impatto ambientale consentendo intanto alla Fibe, ancora proprietaria dell’impianto sebbene sotto processo per truffa aggravata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture, di guadagnare due milioni e mezzo di euro al mese. La sentenza della Corte di Giustizia è un primo importante risultato che ci da la forza ed il coraggio di continuare a fare come sempre la nostra parte».

«A Caldoro consiglio di guardarsi intorno e di comprendere che questo scempio non è altro che il frutto di un accordo tacito tra centrodestra campano e governo Bassolino» - dichiara Paolo Ferrero - «Giova ricordare a chi ha la memoria corta che Bertolaso ha avuto un ruolo di rilievo fin dagli albori dell’emergenza rifiuti. Nessuno può chiamarsi fuori, tranne chi, come il nostro partito, ha fatto della denuncia e della lotta per la salvaguardia dell’ambiente i propri baluardi».

Alla prima Convention del Pd alla Città della scienza, Da Luca prova a giustificare il governo Bassolino: «Valorizzeremo le cose buone fatte finora noi ci rispettiamo, anche se abbiamo modi di lavorare e di pensare diversi. Io ho intenzione di cambiare tutto e di fare una rivoluzione». – ma il tentativo sprofonda presto in un’accusa di debolezza - «Non avrò l’assillo, che ha avuto lui, della contrattazione permanente con notabili politici, che per fortuna ora stanno dall’ altra parte. Non avrò la sfortuna che hai avuto tu». Il sindaco di Salerno, può vantare una politica dei rifiuti esemplare, ma l’utilizzo delle sue parole poco “politiche” innervosisce Bassolino, che va via silenzioso e scuro in volto.


De luca specifica che ormai i “notabili”, Mastella, Pomicino, De Mita, sono tutti dall’altra parte, accompagnati dai camorristi (senza fare nomi), ma è chiaro il riferimento a Cosentino e Conte. In seguito parla ancora dei suoi pendenti giudiziari, rivendicando la natura solidale delle sue azioni e, per concludere in bellezza, incassa un denuncia da Travaglio a proposito del quale dichiara: «Quel grandissimo sfessato di Travaglio che aspetto di incontrare al buio». Immediata la solidarietà al giornalista da Di Pietro e in serata la replica del candidato di centrosinistra che attraverso il suo staff di dice: «rammaricato» - sottolineando che - «si è trattato solo di una battuta».


Fabio Raimo

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