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Redazione

Una speranza c'è

Caldoro legato alle manovre del retro bottega si trova sulla scena gli attori del potere. Manifesti elettorali, la speranza di De Luca.

Quanto conta Caldoro nelle ramificazioni del Pdl si capisce dal rispetto che ne portano i suoi stessi alleati. Sembra siano stati il coordinatore regionale Cosentino e il presidente della provincia Cesaro a inserire in un “blitz” notturno Roberto Conte nelle liste regionali del Pdl. Una mossa concettualmente difficile da capire, quasi un golpe, se si adotta il candidato Presidente come vero futuro leader del Partito della libertà campano.

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Roberto Conte, vanta una condanna in primo grado per associazione a delinquere di stampo mafioso, lo stesso reato per cui la Cassazione ha chiesto la custodia cautelare per Cosentino. Luigi Cesaro, fu invece condannato in primo grado per le sue conoscenze camorristiche, ma la sentenza venne ribaltata in appello, con la successiva assoluzione al terzo grado di giudizio per non aver commesso il fatto. Al tempo, la Cassazione era presieduta da Corrado Carnevale.

 

Le liste del Pdl sono meno pulite di quanto annunciato da Berlusconi, ci sono personaggi come Ferdinando Zara, condannato in primo grado per corruzione e in attesa di appello, l’ex sindaco di Pagani Alberico Gambino con una condanna sospesa per peculato, senza contare gli alleati dell’Udeur, Sandro Lonardo e Pietro Mastranzo. Il “partito dell’amore” subito dopo l’imbattibile Carfagna, mette Alessandra Mussolini che qualcuno potrà ricordare per il motto: «meglio fascista che frocio».

 

L’altro giorno dopo aver riflettuto un pò sul “governo del fare” cercando di capire di cosa potesse vantarsi il Pdl giunsi a Salerno. Era dalla manifestazione “Luci d’artista” che non ci tornavo per piacere, ad ora l’artefice di quel successo è candidato alla guida della regione. Insieme con lui, delle cui vicende giudiziarie si è già parlato abbastanza, compaiono nella lista del Pd Corrado Gabriele imputato per molestie sessuali e Peppe Russo, rinviato a giudizio nell’inchiesta Napoli est.

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Lo slogan che compare sul manifesto elettorale di De Luca è “Una speranza c’è”. Non so l’effetto che ha fatto a chi di voi l’ha visto, provate a ripeterlo. La prima cosa che mi è venuta in mente è la sigla dei Puffi. Ho passato parte del sabato sera ha discutere con alcuni amici su quanto questo slogan ricordasse quei personaggini blu poco più alti di una mela.

 

La questione è che non c’è più bisogno di caricare di speranze gli elettori, poiché coloro che ancora si recano alle urne sono gonfi di speranze, ora hanno bisogno di concretezza. Non c’è nulla di nuovo nei giostrai, come nulla c’è nelle parole di abusate promesse. Si deve riconoscere che il futuro è dei giovani ed è loro interesse modellarlo nella forma prescelta dei loro sogni. Ci sono intere generazioni che sfuggono alle catalogazioni dei media, dei politicanti e degli anziani, che hanno chiaro in testa un ideale comune di crescita e innovazione e sanno agire in direzione di un cambiamento concreto. L’interesse di un altro futuro, non può che crescere in questi cuori.

 

Fabio Raimo

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